Domiciliari per Martina Gentile: gestiva la corrispondenza del latitante. Il boss ripreso dalle telecamere della polizia già nel 2022.
Trapani – Con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, i carabinieri hanno arrestato Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, la donna che per anni è stata sentimentalmente legata al boss Matteo Messina Denaro. Nei confronti della ragazza, che il padrino latitante considerava come una figlia, la Procura aveva già chiesto la custodia cautelare in carcere, ma il gip non aveva ritenuto che ci fossero indizi sufficienti. Alla luce del nuovo materiale investigativo raccolto dai carabinieri il giudice ha ora disposto gli arresti domiciliari.
Secondo gli inquirenti la donna gestiva lo scambio della corrispondenza del boss sfruttando il suo rapporto con un altro tramite del padrino, Lorena Lanceri, finita in manette col marito nei mesi scorsi. Ritenuta una delle più strette fiancheggiatrici di Messina Denaro, Lanceri consegnava alla ragazza i pizzini scritti dal capomafia e Gentile li faceva avere ai destinatari, tra i quali sua madre Laura Bonafede. Lo scambio, spesso, avveniva nello studio dell’architetto ed ex assessore all’Urbanistica del Comune di Campobello di Mazara in cui le due donne lavoravano.
Il linguaggio cifrato di Matteo Messina Denaro
Il cerchio ristretto di persone intorno al padrino condividevano una sorta di linguaggio cifrato, adottato per celare l’identità delle altre persone coinvolte nell’assistenza al latitante. Per i magistrati, Gentile “è stata quindi uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara“. Per la donna, madre di una bimba di tre anni, il Gip ha disposto i domiciliari e non il carcere come richiesto dalla Procura.
A convincere il Gip, che nei mesi scorsi aveva respinto la richiesta d’arresto per la donna, sono stati i nuovi elementi investigativi emersi a suo carico. Messaggi foto e documenti, nonché i contenuti dei telefoni cellulari sequestrati all’indagata, a sua madre e a Lorena Lanceri, e la documentazione rinvenuta nel covo di Messina Denaro, in gran parte scritta con il linguaggio cifrato, hanno permesso di inquadrare meglio la figura della donna e il ruolo avuto nell’assistenza del capomafia. Nel covo di Messina Denaro sono state inoltre scoperte le impronte digitali di Gentile.
Nel suo ultimo nascondiglio Messina Denaro segnava in alcuni giorni un puntino o la parola Tan, riferimento a Tania, pseudonimo utilizzato per indicare proprio Martina Gentile. In un caso il boss aveva scritto anche la frase “invio Tany”. Nelle date segnate dal capomafia, attraverso Gentile avveniva dunque lo scambio di pizzini con le altre persone vicine al latitante. E come si legge in uno dei biglietti sequestrati dagli inquirenti nel corso delle indagini (“Ieri sai quando ho potuto leggere la tua? Alle 22”), il giorno dopo Laura Bonafede confermava al boss di aver ricevuto la missiva per mano della figlia.
Messina Denaro rallenta di fronte alla casa dell’amante
Tra gli atti dell’inchiesta che hanno portato all’arresto di gentile, sono stati depositate una serie di immagini scattate dalla polizia mesi prima della cattura del boss. Nei frame di un video del 17 dicembre del 2022, ora rianalizzati dai carabinieri, si vede l’auto del boss passare alle 10:59 e rallentare davanti al portone della casa della Gentile e della madre Laura Bonafede, pedinate e intercettate dalla polizia impegnata nella ricerca del latitante. Immagini che allora non insospettirono gli investigatori, ma che adesso, grazie all’analisi della corrispondenza del boss, assume tutt’altra luce. In un pizzino la madre della Gentile Laura Bonafede racconta la gioia provata nel vedere anche solo per un istante il boss passare in auto, confermano che alla guida dell’Alfa ripresa dalle videocamere c’era proprio Matteo Messina Denaro.