Maria Ruggia, 76 anni, è deceduta dopo 10 giorni al Pronto Soccorso del nosocomio palermitano: “Ricoverata quando era ormai troppo tardi”.
Palermo – “Hanno lasciato mia madre su una barella del pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia dal 10 dicembre al 18 dicembre. Solo il 19 è stata trasferita a Medicina Generale, quando stava già malissimo e potrebbe avere contratto un’infezione in ospedale”. Maria Ruggia, 76 anni, è quindi deceduta e ora la figlia Romina Gelardi ha presentato una denuncia, chiedendo alla procura di accertare eventuali responsabilità mediche.
Secondo il racconto della figlia, la madre è stata ricoverata al Pronto Soccorso dell’Ospedale Ingrassia il 10 dicembre 2024, dove è rimasta su una barella fino al 18 dicembre. Solo il giorno successivo è stata trasferita nel reparto di Medicina Generale, ma le sue condizioni erano ormai critiche. Il 20 dicembre Maria Ruggia è deceduta. “Non sono state considerate le condizioni cliniche di mia madre, cardiopatica con diverse patologie pregresse, e non è stata somministrata un’adeguata terapia antibiotica preventiva. È stata esposta a un ambiente sanitario non idoneo”, accusa Gelardi.
La denuncia mette in evidenza gravi presunte omissioni. Innanzitutto le condizioni cliniche ignorate: la donna soffriva di cardiopatia ischemica, carcinoma mammario e diabete mellito di tipo II, rendendola un paziente estremamente fragile. Sarebbero poi stati sottovalutati i sintomi, tra i quali segni evidenti di sepsi, come l’assenza di stimolo a urinare, che non sarebbero stati riconosciuti o trattati. Secondo la donna l’ambiente del Pronto Soccorso sarebbe stato inadeguato per un paziente con un sistema immunitario compromesso.
A seguito della denuncia, la polizia ha sequestrato le cartelle cliniche e disposto l’autopsia sul corpo di Maria Ruggia. L’avvocato della famiglia, Andrea Dell’Aira, ha chiesto che vengano accertate tutte le responsabilità, dal personale sanitario al sistema organizzativo dell’ospedale.