Anziana strangola la figlia autistica e si impicca

L’episodio riapre il dibattito sull’abbandono istituzionale dei nuclei familiari che assistono persone non autosufficienti.

Palermo – Nel comune di Corleone si è verificato un duplice decesso che ha scosso profondamente la cittadina siciliana. Una settantottenne, Lucia Pecoraro, ha prima soffocato la figlia quarantasettenne Giuseppina Milone, che soffriva di una forma severa di autismo, per poi togliersi la vita mediante impiccagione. L’allarme è scattato grazie a una vicina che ha avvisato le forze dell’ordine.

La vedova, rimasta sola dopo la recente scomparsa del consorte, si trovava a gestire quotidianamente l’assistenza alla figlia in una condizione di crescente fragilità.

Walter Rà, che guida l’amministrazione comunale, ha manifestato lo sgomento collettivo: “L’intera popolazione è profondamente colpita. Si trattava di un nucleo familiare apprezzato e inserito nel contesto locale”, ha riferito il sindaco. Ha poi precisato che l’ente locale aveva messo in campo misure di aiuto dopo la morte del capofamiglia, strutturando un piano di intervento graduale con il coinvolgimento anche dei congiunti.

“La signora partecipava attivamente alla vita della comunità parrocchiale, frequentando assiduamente la chiesa di Santa Maria. La famiglia aveva anche viaggiato insieme e riceveva visite giornaliere. Tutto lasciava pensare a una gestione equilibrata della situazione”, ha spiegato Rà. Tuttavia, ha aggiunto un particolare cruciale: “Nelle settimane precedenti era emerso un elemento nuovo e destabilizzante: alla compromissione neurologica si erano aggiunte serie difficoltà nella deambulazione, configurando un doppio peso assistenziale“.

La rappresentante territoriale della Cisl, Federica Badami, ha interpretato l’accaduto come “l’espressione drammatica dell’abbandono esistenziale che vivono molte persone gravate dalla cura quotidiana di familiari non autosufficienti, una pressione che può sfociare in epiloghi tragici”.

L’esponente sindacale ha sollecitato una revisione complessiva: “Occorre un esame di coscienza collettivo sulle reti di protezione sociale e sulle iniziative politiche che dovrebbero evitare simili isolamenti. La chiave sta nella prevenzione, nel sostegno psicologico qualificato e in un deciso potenziamento dei servizi domiciliari. È responsabilità di tutti impedire che queste periferie esistenziali generino ulteriori drammi”.

Dal mondo dell’attivismo per i diritti delle persone con disabilità – come l’Organizzazione no profit Nessuno è escluso ODV emerge una lettura senza sconti: questi eventi non rappresentano fatalità imprevedibili, bensì conseguenze preannunciate di un’architettura assistenziale fallimentare. “Dire che tutto questo era già scritto suona come un’ovvietà, eppure corrisponde alla realtà dei fatti”, si osserva negli ambienti che quotidianamente si confrontano con queste problematiche. “Parliamo di catastrofi che hanno un cronometro: il dubbio non riguarda il ‘se’ ma esclusivamente il ‘quando'”.

Si solleva il paradosso di una legislazione come la 104, cristallizzata da tre decenni, incapace persino di aggiornare il monte ore destinato all’accompagnamento. “Quando l’alternativa alla gestione casalinga priva di qualsiasi ausilio si riduce all’internamento in una struttura segregante, il fallimento è conclamato”, recita l’analisi critica. “Se persistiamo nel produrre norme senza coinvolgere chi sperimenta sulla propria pelle queste realtà, senza garantire il rispetto delle disposizioni già vigenti, il declino del paese è irreversibile”.

Viene richiamata anche la voce della giornalista Paola Severini Melograni, che ha recentemente bollato l’Italia come “la nazione più disabile del pianeta” proprio a causa dell’inadeguatezza sistemica delle politiche di accompagnamento.

Il monito conclusivo dell’Organizzazione no profit Nessuno è escluso ODV è inequivocabile: l’indignazione di circostanza è un esercizio troppo agevole. Ciò che serve è il silenzio dell’ascolto: sentire direttamente da chi vive quotidianamente questa realtà quali siano i bisogni concreti e le aspirazioni autentiche. Dopodiché occorre mettersi al lavoro con serietà e determinazione, affinché simili tragedie vengano cancellate dal nostro orizzonte.