HOME | LA REDAZIONE

Andria, sequestrati beni per 400mila euro a mafioso ergastolano del clan Campanella-Carbone

L’uomo era già stato condannato lo scorso gennaio all’ergastolo per 4 omicidi commessi per il controllo del mercato della droga.

Andria – I poliziotti della Divisione anticrimine della questura di Barletta-Andria-Trani hanno eseguito un decreto di sequestro di beni mobili e immobili per un valore di oltre 400mila euro riconducibili a Sabino Carbone: esponente della criminalità organizzata del Nord barese vicino al clan Campanella-Carbone storicamente operante nella zona di Canosa di Puglia e Trinitapoli. Carbone, il 26 gennaio 2024, è stato condannato all’ergastolo per 4 omicidi avvenuti con il metodo della ‘lupara bianca’ a Canosa di Puglia, commessi come regolamenti di conto per il controllo del mercato della droga.

Gli omicidi, tra il 2003 ed il 2015, tutti consumati nell’ambito di regolamenti di conti per il controllo del mercato della droga. Sabino D’Ambra, scomparso il 14 gennaio 2010, Giuseppe Vassalli, scomparso il 18 agosto 2015, Sabino Sasso e Alessandro Sorrenti di cui si sono perse le tracce il 1 dicembre 2003.

Dichiaratosi disoccupato, Carbone è diventato oggetto degli accertamenti patrimoniali degli agenti che hanno interessato un arco temporale di 17 anni, accertando come l’uomo avesse accumulato denaro, frutto dei suoi crimini, e reinvestito lo stesso in beni mobili e immobili, conducendo un alto tenore di vita, assolutamente incompatibile col suo status.

Dagli accertamenti patrimoniali effettuati, è stato riscontrato che Carbone dispone direttamente di un appartamento nella zona storica del comune di Canosa di Puglia in zona ”Castello”, in ottime condizioni conservative, costituito da due piani fuori terra e 7 vani, rifinito esternamente con materiali di pregio e pietra viva, nonché di alcuni rapporti bancari e finanziari.

Per questo il tribunale di Bari, vista anche la pericolosità della persona, ha emesso un decreto di sequestro del suo patrimonio per un totale di circa 400mila euro.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa