Aggredisce compagna e figlio neonato: 41enne a processo

La vittima ha riferito la lunga escalation di violenza, tra cui pugni al volto, capelli strappati e minacce continue.

Treviso – Una storia di violenza e sopraffazione che si protrae da mesi quella emersa nel Trevigiano, dove una donna di 49 anni ha trovato il coraggio di denunciare il compagno 41enne per i ripetuti maltrattamenti subiti. L’uomo è ora a processo con le accuse di maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale.

Il 41enne aveva già precedenti per maltrattamenti: era stato condannato per aver aggredito il figlio della coppia quando aveva pochi mesi di vita. Nonostante questo, la donna aveva deciso di dargli un’altra possibilità, tentando di ricostruire il rapporto nel tentativo di mantenere unita la famiglia. Una scelta che si è rivelata tragica.

Secondo quanto ricostruito dalla vittima nelle sue testimonianze, le violenze sono ricominciate a settembre 2024. La donna ha raccontato diversi episodi brutali: pugni alla testa, capelli strappati, minacce con un coltello da cucina. In un’occasione l’uomo le avrebbe urlato contro frasi terrificanti come quella di morire insieme quella sera.

L’escalation è continuata fino all’ultimo, drammatico episodio che ha convinto la vittima a chiedere aiuto.

L’episodio più grave risale a gennaio 2025. Dopo l’ennesima brutale aggressione, la 49enne è riuscita ad allertare il numero di emergenza 112. Quando i soccorritori sono arrivati nell’abitazione, hanno trovato una scena agghiacciante: la donna giaceva coperta di sangue, con lesioni multiple su tutto il corpo.

Le ferite riportate erano gravissime: traumi al cranio, al viso, agli arti e alla schiena. Era stata colpita ripetutamente con pugni e calci, poi trascinata per i capelli e sbattuta violentemente con la testa contro il bidet del bagno. Ma non solo: la vittima era stata anche seviziata con un taglierino e con cocci di bottiglia, subendo violenza sessuale.

L’uomo è ora a processo. Le accuse a suo carico sono pesantissime e documentate dai referti medici, dalle testimonianze e dalle prove raccolte dagli investigatori. La donna, dopo aver trovato la forza di denunciare e di interrompere definitivamente il ciclo di violenza, è stata presa in carico dai servizi di assistenza per le vittime di violenza domestica.