Il presidente dell’associazione “Noi albergatori Siracusa” fa una lunga disamina sulla situazione dell’aeroporto di Catania, ponendo l’accento sull’assenza di comunicazione e sul fatto che i siciliani avrebbero barattato la propria dignità per la Pattuglia acrobatica.
SIRACUSA – “Una Sicilia di cartapesta quella offerta ai turisti in occasione dell’incendio di Fontanarossa mentre le Frecce tricolori sfrecciano nell’area dell’aeroporto di Comiso”. Sono le parole di Giuseppe Rosano, presidente Noi albergatori Siracusa.
“Doveva essere, e chissà se lo sarà ancora, un anno record per il turismo siciliano ed è bastato l’incendio all’aeroporto di Catania per rimettere tutto in discussione e fare emergere tutta la fragilità della nostra Isola, pretestuosa di divenire prestigiosa e attrattiva meta turistica”, afferma Rosano che prosegue tirando una stilettata.
Rosano parla infatti di “totale assenza di comunicazione” e “incapacità di soluzioni che si sarebbero dovute assumere con rapidità”. E invece, come sottolinea il presidente dell’associazione, “sono stati proposti sconcertanti rimedi, quali gli scali di Palermo (a tempo determinato) e Trapani, su cui il Governo regionale ha messo a disposizione (insufficienti) pullman e treni (pensa, pensa, gratuiti), senza considerare che, in treno, per raggiungere Catania ci voglio da 10/11 ore e in pullman 4/5 ore: un’insalata di maldestri antidoti”.
E prosegue Rosano, affermando che gli assessori regionali al Turismo e alle Infrastrutture e Mobilità sarebbero “latitanti”. Quando invece “avrebbero dovuto scendere in campo – da subito – per fronteggiare la situazione di caos nel disastrato aeroporto di Catania per garantire adeguata assistenza ai numerosi viaggiatori furiosi per la cattiva gestione degli arrivi e partenze. Sarebbe bastato istituire prontamente un desk informazioni sul calvario dei voli in arrivo e in partenza”.
Parla poi della ricetta per risolvere la situazione, affermando che l’alternativa potrebbe essere quella di “vendere a privati la gestione di tutti gli aeroporti siciliani. Solo così, come avvenuto con successo a Napoli Capodichino, gestito da una società inglese che ha stravolto in positivo la gestione aeroportuale, si potranno soddisfare aspettative ed esigenze dei viaggiatori. Ma questa gestione non piacerà di sicuro ai politici nostrani, i quali non avrebbero più la possibilità di inzuppare la brioche dentro al cappuccino”, prosegue.
Per Rosano, inoltre, è presto per “catalogare la rovinosa immagine negativa e la disastrosa reputazione che la Sicilia sta veicolando a livello internazionale a causa dei numerosi disagi sofferti dai viaggiatori per non aver saputo affrontare con la dovuta urgenza l’emergenza incendio, offrendo ai viaggiatori ammassati in ogni dove una raffigurazione da terzo mondo”.
Quei disagi patiti anche dai siciliani che, come scrive Rosano, sono pronti a sottomettersi. “Anzi facciamo festa, dando vita, nell’area dell’aeroporto di Comiso, all’esibizione delle Frecce tricolori. Proprio in quell’aeroporto che, in codesta occasione, sarebbe stato di grande utilità per affrontare la crisi e che invece non sappiamo, a tutt’oggi, se identificarlo come un vero scalo oppure per quello che è: meta di diportisti”.
“A Comiso, in questi giorni, sono venute a galla le carenze gestionali affidate alla Sac, gestore dell’aeroporto di Catania che, tenendolo sotto scopa, non ha nessun interesse a incrementare decolli e atterraggi per le diverse destinazioni italiane e internazionali”, prosegue il presidente di Noi albergatori Siracusa.
“Ancora non è dato sapere quando lo scalo di Catania riprenderà la piena attività. L’unica certezza, al momento, sono le numerose cancellazioni di prenotazioni che albergatori, assieme al comparto turistico siciliano, stanno subendo, registrando una notevole perdita di ricavi per i mancati arrivi dei viaggiatori. Tanto che si sta già pensando a un’istanza di risarcimento dei danni provocati”, scrive Rosano.
“Un’altra certezza è che la nostra Sicilia a livello di infrastrutture ferroviarie, stradali e autostradali è ancora all’età della pietra e nessuna speranza all’orizzonte potrà far mutare l’attuale andazzo. L’avventatezza scivolata dalla bocca del ministro Musumeci, ex governatore della Sicilia, il quale propone di deliberare una regia unica per la gestione degli aeroporti siciliani, è una vera follia. Una proposta tutta dal sapore “politico”. Sarebbe utile ricordare a Musumeci che la giusta soluzione è quella di mettere in concorrenza gli aeroporti siciliani al fine di sfidarsi per accaparrarsi il meglio del transito aereo da e per la Sicilia e non certamente distinguersi nell’appiattimento per come proposto”, conclude.