Adesca minori sui social e abusa di loro: 30enne finisce in carcere

Scoperta una rete di adescamento e ricatti dopo la denuncia di un genitore: le vittime hanno tra i 12 e i 15 anni.

Genova – Un caso di pedofilia e sfruttamento ha portato all’arresto di un trentenne genovese che si è tradito da solo. L’uomo aveva contattato il numero d’emergenza sostenendo di essere perseguitato e temere per la propria incolumità da parte di un genitore aggressivo. Quella telefonata, però, ha innescato un’indagine che ha rivelato una realtà ben diversa: anni di adescamento, sfruttamento sessuale e intimidazioni ai danni di adolescenti.

Secondo quanto riportato dal Secolo XIX, il sospettato utilizzava le piattaforme social più frequentate dai giovani – principalmente Instagram e TikTok – per entrare in contatto con ragazze minorenni. Sceglieva con attenzione i profili di chi mostrava fragilità o proveniva da contesti familiari poco attenti, instaurando poi relazioni basate sul denaro in cambio di prestazioni sessuali.

Gli appuntamenti si ripetevano con frequenza, talvolta per diversi mesi consecutivi, durante l’arco della giornata o nelle ore serali. In diverse occasioni l’indagato documentava gli incontri attraverso riprese video, materiale che poi utilizzava come strumento di pressione quando le vittime cercavano di interrompere i contatti.

La svolta investigativa è arrivata quando un padre ha scoperto conversazioni compromettenti sul cellulare della figlia, una studentessa delle scuole medie, e ha affrontato direttamente il trentenne. Proprio questa reazione ha spinto l’uomo a rivolgersi alle autorità dichiarandosi minacciato.

Gli agenti del commissariato di Sestri Ponente, sotto la direzione della pubblica ministera Valentina Grosso, hanno approfondito la situazione analizzando i collegamenti dell’indagato. È emerso un quadro inquietante: compensi fino a mille euro versati a una minorenne, incontri organizzati prelevando le ragazze presso la stazione ferroviaria di Genova Pra’, trasferimenti verso la zona degli Erzelli o presso la residenza dell’uomo, dove aveva posizionato dispositivi di videosorveglianza.

Il giudice per le indagini preliminari, Carla Pastorini, ha disposto ad aprile una prima misura cautelare detentiva. Successivamente, l’esame approfondito dei dispositivi elettronici e delle registrazioni ha fatto emergere ulteriori elementi probatori, portando a un secondo provvedimento restrittivo nei confronti del detenuto.

Le persone offese hanno età comprese tra i 12 e i 15 anni. I comportamenti contestati si sono protratti dal 2020 al 2024. Le accuse includono prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e estorsione.