ADDIO. E’ STATO BELLO MA…

Ogni abbandono è un pezzo di cuore che se ne va ma è possibile sopravvivere

Avete mai provato quella sensazione di vuoto e desolazione fuori e dentro di voi, in cui la percezione del mondo è ovattata e in cui l’unico vostro pensiero si riduce alla ricerca di un perché?  “Perché non mi vuole più se fino a ieri diceva di amarmi?L’abbandono è tanto più doloroso e bruciante quanto più è insospettato e, dunque, inaspettato.

Forse la più popolare innamorata ad andare incontro all’amara disavventura di “essere piantata in asso” senza preavviso alcuno fu un personaggio mitologico, una principessa dell’isola di Creta, la bella Arianna.

Probabilmente molti di voi conoscono la leggenda del labirinto del Minotauro e dell’eroe Teseo che sconfisse il mostro grazie al prezioso aiuto del “filo di Arianna”, ma non tutti sanno… quello che accadde dopo. La giovane e innamorata principessa tradì la patria, la famiglia e perfino il Minotauro che, per quanto belva terrificante, era pur sempre suo fratello, dacché   generato da un rapporto insano di sua madre Pasifae con un toro mandato dagli Dei. Dunque Arianna, dopo aver aiutato l’eroe straniero nella sua impresa, inebriata dalle parole d’amore di Teseo, decise di seguirlo fino ad Atene, dove, secondo le promesse, sarebbe divenuta sua sposa.

Il viaggio per l’Attica fu lungo e le voglie dell’eroe si rivelarono passeggere, come il suo interesse per la principessa. Una volta consumata la fiamma d’amore, dunque, decise di abbandonarla: mentre la fanciulla dormiva beata, sulla piccola isola di Nasso, levò l’ancora e si allontanò furtivamente.

Condotta decisamente meschina e indegna da parte di un coraggioso eroe! Inutile dirvi quale disperata reazione ebbe la fanciulla quando si accorse di essere stata usata, tradita e abbandonata!

La leggenda però non finisce qui, poiché tra pianti e singhiozzi, la bella Arianna vide arrivare il seducente Dioniso, dio delle feste, che volendo riportare il sorriso sul bel volto della fanciulla, la prese in sposa per l’eternità. Un risvolto inaspettato e tutt’altro che insoddisfacente! È dalla prima e triste parte di questa storia che un modo di dire nasce e si modifica nel tempo fino a trasformare “Nasso” in un più comune e musicale “asso”. Si può essere piantati in asso in molti modi e, ovviamente, tutti sgradevoli per la natura stessa della circostanza.

I “piantati” passano attraverso fasi di disperazione, sconforto, tristezza, rabbia e infine piano piano dimenticano. Arianna insegna: dopo la tempesta del cuore, ritorna il sole, per lei rappresentato dal radioso Dioniso, e la felicità è di nuovo lì, pronta ad essere afferrata in un lui o una lei fino a poco prima sconosciuti. Essere sedotti, usati e abbandonati, certo, non succede a tutti.  Qualcuno di noi si trova dall’altra parte della barricata…

I “Teseo” della situazione, non riuscendo a legarsi definitivamente all’altra persona cercano modi più o meno rapidi e indolore per liberarsene, portando con sé la responsabilità di un comportamento che verrà quasi sempre biasimato. Questa condotta, che non è attribuibile ad un unico genere, non è così insolita: oggi, non potendo veleggiare verso altri lidi e volendo evitare spiegazioni, non di rado, ci si limita ad inviare un conciso messaggio e poi…. Si cambia aria, quartiere, ritrovo per un po’ confidando nell’oblio del tempo. Anche in questo gioco d’amore non esistono buoni e cattivi, ma … esistono ruoli? Si deve essere predisposti per essere vittime sentimentali o rubacuori spietati? Esattamente, come ogni altra sfumatura di carattere, anche quella che riguarda le relazioni più o meno stabili con le persone è soggettiva.

Chi di solito tende a buttarsi in una relazione fidandosi del proprio partner non sbaglia. La capacità di legarsi e donarsi con il cuore in mano permetterà di non restare soli per lunghi periodi e forse di trovare il vero amore…se dall’altra parte non vi sarà proprio chi, invece, ha paura della stabilità, della monotonia, della completa condivisione. Ma l’amore è imprevedibile e se ogni tanto ci capita di piantare o essere piantati a Nasso, portiamo con noi il brivido dell’avventura e non disperiamo… perché, quando tutto sembrerà finito, un Dioniso col suo rumoroso corteo verrà a risollevare le sorti!

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