Manifestazione nazionale a Roma contro il dl sicurezza: 150mila in piazza, strade blindate, bandiere palestinesi e tensioni. Fratoianni e Blasi: “Decreto della paura”.
Roma – Una folla di circa 150mila persone, secondo gli organizzatori, ha invaso le strade della Capitale per protestare contro il controverso dl sicurezza promosso dal governo Meloni. La manifestazione nazionale, indetta dalla rete “A pieno regime”, ha visto l’adesione di sindacati, movimenti sociali, studenti e forze politiche, da Cgil e Arci a Pd, M5s e Avs, fino ai centri sociali e alle realtà ambientaliste.
Il corteo è partito da piazza Vittorio, per poi snodarsi lungo via Merulana, il Colosseo e Porta Metronia, con destinazione piazzale Ostiense. Blindati, agenti in assetto antisommossa, strade chiuse e controlli a tappeto hanno segnato l’intera giornata, temendo nuovi disordini dopo quelli del 26 maggio, quando l’assessore Luca Blasi fu ferito nei tafferugli con la polizia. In 300 si sono accampati a Caracalla: “Fermiamo il Giro d’Italia”.
Striscioni, cori e bandiere: “No alla repressione, sì alla democrazia”
Ad aprire il corteo uno striscione eloquente: “Alziamo la testa contro lo Stato”, seguito da bandiere arcobaleno, della pace e della Palestina. Numerosi i cori contro il governo: “Meloni vattene”, “Siamo tutti antifascisti”, “Hasta la victoria”. Tra i manifestanti anche molti studenti delle scuole superiori e delle università romane, radunati fin dal primo pomeriggio in piazza Aldo Moro.

In testa anche i movimenti per la casa, le associazioni femministe e i rappresentanti di Potere al Popolo, Cambiare Rotta e Osa, che in serata hanno lanciato un’azione simbolica: “Montiamo le tende e fermiamo il Giro d’Italia. Domani saremo qui con le nostre bandiere”.
“Un decreto della paura”: le voci dal corteo
Il dl sicurezza, definito dagli oppositori un “decreto della paura”, prevede nuove norme repressive, dalla resistenza passiva (la cosiddetta norma anti-Gandhi) a limitazioni sul consumo di cannabis light, fino a misure contro i movimenti No Tav e No Ponte. Critiche anche per le modifiche sulla detenzione delle madri con figli piccoli.
Nicola Fratoianni (Avs) ha attaccato duramente il provvedimento: “Questo decreto non aumenta la sicurezza, ma limita il dissenso e la libertà. Difendiamo la democrazia, non l’autoritarismo”.
Luca Blasi, tra i promotori dell’evento, aggiunge: “Queste norme inquinano il piano democratico del Paese. Non sono emendabili, vanno respinte in blocco”.
Tensioni e controlli: fumogeni, bandiere della X Mas e 40 identificazioni
Non sono mancati momenti di tensione e scontri verbali. Un gruppo di manifestanti ha reagito duramente alla vista di una bandiera della X Mas esposta da un palazzo su via Labicana. “Noi siamo qui a volto scoperto, tu ti nascondi dietro una bandiera fascista”, hanno gridato i presenti. La persona è stata identificata dalla polizia.
Prima del corteo, 40 persone sono state identificate dalle forze dell’ordine. Dieci cercavano di raggiungere il Ministero dell’Economia, mentre altri 30 studenti sono stati trovati in possesso di fumogeni e abbigliamento scuro.
Messaggio chiaro al governo
Dal palco mobile in testa al corteo, gli organizzatori hanno lanciato un messaggio forte e diretto: “Siamo 150mila e vi assicuriamo una cosa: non finisce qui. Questo decreto ve lo smonteremo pezzo per pezzo. Alla repressione rispondiamo con la partecipazione”.