Sequestrati diversi alimenti dalla casa di famiglia a Pietracatella: si indaga su vongole e funghi.
Catanzaro – Due vite spezzate nel giro di poche ore, una famiglia distrutta e un’inchiesta che ora punta i riflettori tanto sul sistema sanitario quanto su ciò che è finito in tavola durante le festività. Antonella Di Ielsi, cinquantenne, e sua figlia Sara, appena quindicenne, sono morte tra sabato sera e domenica mattina al Cardarelli di Campobasso dopo aver accusato sintomi violenti riconducibili a un’intossicazione grave. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e ha iscritto nel registro degli indagati cinque persone: tra loro ci sarebbero operatori sanitari che hanno avuto in cura la famiglia nei giorni critici.
Gli investigatori della Mobile hanno passato al setaccio l’abitazione familiare a Pietracatella, portando via tutto ciò che potrebbe contenere indizi: vasetti di conserve, confezioni aperte, avanzi e persino i rifiuti organici, compresi gusci di molluschi. Emerge che la famiglia avrebbe consumato vongole e funghi durante i pranzi natalizi. Ora gli esperti dovranno stabilire se l’origine del male sia da ricercare in un prodotto contaminato, in una conservazione inadeguata o in ingredienti pericolosi per natura.
Ma l’inchiesta non si ferma alla tavola. C’è un altro capitolo che interessa i magistrati: quello dell’assistenza ricevuta. Madre e figlia si erano presentate in ospedale due volte prima di morire, quando i sintomi erano già evidenti e allarmanti. La domanda è: si poteva fare di più? Si poteva capire prima di cosa si trattasse? Cartelle cliniche e documenti sanitari sono stati acquisiti per verificare se ci sia stata sottovalutazione, lentezza diagnostica o errori nella terapia somministrata. L’iscrizione nel registro degli indagati di medici e infermieri è un atto dovuto, ma la magistratura vuole vederci chiaro su ogni passaggio.
Gianni Di Vita, marito e padre delle vittime, si è sentito male anche lui e ora è ricoverato allo Spallanzani di Roma. Non è in pericolo di vita, ma viene tenuto sotto controllo stretto mentre i medici cercano di capire quanto l’organismo sia stato compromesso. L’altra figlia diciannovenne non ha sintomi: non era a casa per la cena di Natale e questo potrebbe averle salvato la vita. Una coincidenza che pesa come un macigno sul resto della famiglia.