Il boom degli integratori e l’illusione della salute facile

Mercato miliardario e abitudini diffuse, ma senza carenze specifiche l’integrazione non sostituisce dieta ed esercizio.

Milano – Negli armadietti di casa, nelle borse da palestra e persino sulle scrivanie degli uffici, gli integratori alimentari sono diventati una presenza fissa. Vitamine, sali minerali, prodotti “per l’energia” o “per il benessere”: il consumo è in costante crescita e muove un mercato da miliardi di euro. Ma a mettere in discussione questa abitudine diffusa è Silvio Garattini, farmacologo e fondatore dell’Istituto Mario Negri, che lancia un avvertimento netto sull’uso indiscriminato di questi prodotti.

Secondo Garattini, l’Italia vive una vera e propria ossessione per gli integratori, spesso acquistati senza alcuna indicazione medica e sulla spinta della pubblicità. Il punto centrale è che, in assenza di carenze specifiche, gli integratori non apportano benefici reali alla salute. In una dieta equilibrata, sottolinea il farmacologo, il fabbisogno di vitamine e minerali è già coperto dagli alimenti, rendendo superflua qualsiasi integrazione.

Il problema non è solo sanitario, ma anche culturale. L’autoprescrizione è diventata una prassi comune, raramente supportata dal parere di un medico. Garattini evidenzia come molti consumatori siano convinti che assumere integratori equivalga a “proteggersi” o a compensare stili di vita poco sani. Una scorciatoia che, però, non sostituisce né una corretta alimentazione né l’attività fisica.

Sul piano scientifico, il farmacologo rimarca un altro aspetto critico: dietro gran parte degli integratori non esiste un’attività di ricerca paragonabile a quella dei farmaci. A differenza dei medicinali, questi prodotti non devono dimostrare un’efficacia clinica prima di essere immessi sul mercato. Il risultato è un’offerta vastissima, in cui solo una minima parte può contare su evidenze solide e documentate.

Garattini riconosce che esistono situazioni specifiche in cui l’integrazione può essere utile, come nel caso di carenze accertate o particolari condizioni fisiologiche. Ma si tratta di eccezioni che richiedono una valutazione medica, non di una pratica generalizzata. L’idea che un integratore possa “fare bene a tutti” viene definita fuorviante e priva di basi scientifiche.

Il messaggio finale è chiaro: la salute non si costruisce a colpi di capsule o bustine. Affidarsi agli integratori come soluzione universale rischia di alimentare false sicurezze e di distogliere l’attenzione da ciò che conta davvero. Alimentazione corretta, attività fisica regolare e prevenzione restano, secondo Garattini, gli unici strumenti efficaci per mantenere il benessere nel tempo.