La donna minacciava di “distruggere” il bambino di 10 anni. Il giudice ha riconosciuto maltrattamenti e lesioni, respingendo la richiesta di assoluzione del Pm.
Fiumicino – Una quarantatreenne residente a Fiumicino dovrà scontare quattro anni di reclusione per aver maltrattato il figlio minore e il coniuge. La sentenza del tribunale di Civitavecchia ha riconosciuto la donna colpevole di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate, imponendole anche il versamento di provvisionali economiche alle vittime.
I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2017 e il 2018, quando all’interno delle mura domestiche si consumavano quotidianamente episodi di violenza fisica e psicologica. Secondo quanto emerso dalle indagini, il bambino e il padre erano sottoposti a continue intimidazioni verbali, accompagnate da aggressioni fisiche che hanno lasciato segni evidenti sui loro corpi.
La situazione è precipitata nell’aprile 2018, quando l’uomo ha deciso di denunciare gli abusi. Il referto medico ha documentato graffi, contusioni ed ecchimosi su entrambe le vittime. Il piccolo, in particolare, presentava escoriazioni al collo, mentre il padre riportava traumi multipli agli arti superiori.
Durante le liti familiari, la donna avrebbe pronunciato frasi minacciose nei confronti sia del figlio che del marito, sfogando la propria rabbia anche attraverso la distruzione di oggetti domestici. L’atmosfera in casa era diventata insostenibile, con il minore costretto a crescere in un ambiente definito dai giudici come caratterizzato da “penose condizioni di vita”.
Il caso ha presentato un elemento particolare:la pubblica accusa aveva richiesto l’assoluzione dell’imputata. Tuttavia, la giudice ha ritenuto sufficientemente provate le accuse, optando per una condanna che prevede, oltre alla pena detentiva, il pagamento di seimila euro al marito e quattromila euro al figlio a titolo di risarcimento provvisorio.