Due gli indagati. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, era in corso una gara clandestina.
Asti – Matilde Baldi è morta a 20 anni, dopo essere rimasta coinvolta in un drammatico incidente autostradale. La giovane era a bordo di una Fiat 500 guidata dalla madre Elvia Pia quando è stata travolta da una Porsche GT3 RS 911. Gli accertamenti tecnici della polizia stradale, riportati dal quotidiano La Stampa, hanno stabilito che la vettura sportiva procedeva alla velocità di 212,39 chilometri orari al momento dell’impatto.
La testimonianza della madre sopravvissuta è agghiacciante: parla di una “luce accecante”, di qualcosa che le è sembrato “un disco volante” che le è piombato addosso da dietro. L’urto è stato devastante: “La mia vettura ha iniziato a girare vorticosamente, sembrava non fermarsi più”, ricorda la donna.
Le indagini hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due persone. Il primo è Franco Vacchina, commerciante di pneumatici astigiano di 64 anni con precedenti giudiziari (era stato assolto da accuse di estorsione), che era alla guida della Porsche che ha causato l’incidente. Gli inquirenti contestano a Vacchina una condotta “negligente” che non gli avrebbe permesso di mantenere il controllo del veicolo “in condizioni di sicurezza”. L’uomo risponderà di omicidio stradale e gara clandestina.
Il secondo indagato è Davide Bertello, imprenditore di 47 anni, anch’egli al volante di una Porsche GT3 RS. Secondo la ricostruzione investigativa, i due stavano gareggiando lungo l’autostrada e avrebbero già fatto lo stesso anche nelle strade del centro di Asti – in particolare corso Torino e corso Savona – con “manovre pericolose, velocità sostenuta e brusche accelerate”. A Bertello viene contestata anche l’omissione di soccorso: dopo essersi fermato brevemente sul luogo dell’incidente, è ripartito senza chiamare aiuto e si è presentato spontaneamente alla polizia solo diversi giorni dopo.
La difesa di Bertello sostiene una versione differente: l’imprenditore afferma di aver conosciuto Vacchina appena pochi istanti prima del tragico schianto, presentato da un conoscente comune, e nega categoricamente di aver partecipato a una sfida di velocità. Sarà compito degli investigatori stabilire quale sia la verità.