Manovra, il governo presenta l’emendamento

In commissione Bilancio al Senato arriva la proposta con incentivi fiscali, modifiche al Tfr e previdenza integrativa automatica.

Roma – La commissione Bilancio di Palazzo Madama ha ricevuto la proposta modificativa dell’esecutivo contenente gli interventi destinati al mondo imprenditoriale che inizialmente avrebbero dovuto essere inseriti in un provvedimento separato. Il testo comprende gli stanziamenti per gli sgravi fiscali legati a Transizione 5.0 e alle Zone economiche speciali, le disposizioni sul trattamento di fine rapporto con l’iscrizione automatica ai fondi pensione per i nuovi dipendenti, il prelievo da 1,3 miliardi sulle compagnie assicurative, i finanziamenti per il programma abitativo e il nuovo calendario di erogazione delle somme destinate al collegamento ferroviario tra Sicilia e Calabria, modificato dopo le recenti valutazioni della magistratura contabile.

Ritorna nella proposta governativa la misura che amplia le categorie di datori di lavoro obbligati a versare il Tfr al Fondo gestito dall’istituto previdenziale. Secondo la documentazione tecnica allegata, dal primo gennaio 2026 saranno inclusi anche i datori che negli anni successivi all’apertura dell’attività hanno raggiunto o raggiungeranno la soglia dei cinquanta dipendenti. Temporaneamente, per il biennio 2026-2027, l’inclusione riguarderà solo le aziende con almeno sessanta dipendenti. Dal 2032 l’obbligo si estenderà alle realtà con un organico non inferiore a quaranta unità.

Viene eliminata la possibilità di accedere anticipatamente alla pensione di vecchiaia sommando gli importi delle rendite da previdenza integrativa. La modifica cancella una disposizione introdotta l’anno precedente, generando risparmi progressivi fino a 130,8 milioni annui nel 2035. Si elimina quindi l’opzione, operativa dal corrente anno, di computare su richiesta il valore delle rendite complementari al solo scopo di raggiungere le soglie mensili necessarie per ottenere la pensione di vecchiaia con vent’anni di contributi nel sistema contributivo puro.

Per i nuovi assunti da luglio è previsto un sistema di iscrizione automatica alla previdenza integrativa, con possibilità di rinuncia entro sessanta giorni o di scelta di un fondo diverso nello stesso termine. Le stime tecniche indicano una platea potenziale di 2,5 milioni di lavoratori per le imprese con cinquanta dipendenti, con un monte retributivo di circa 64 miliardi che crescerà di ulteriori 10,5 miliardi nel 2032 quando scatterà l’obbligo per le aziende tra quaranta e quarantanove dipendenti. Per l’adesione automatica si ipotizzano circa centomila lavoratori annui, con un incremento graduale di venticinquemila dipendenti all’anno.

Gli stanziamenti per il ponte sullo Stretto vengono rifinanziati con complessivi 780 milioni tra 2032 e 2033, spostando 320 milioni nel primo anno e 460 nel secondo. La documentazione tecnica spiega che il rifinanziamento deriva dall’aggiornamento dell’iter amministrativo e dal mancato utilizzo delle somme iscritte a bilancio nel 2025. L’incremento mantiene inalterato il valore totale autorizzato.

Confermato lo stanziamento di 1,3 miliardi per incrementare le risorse del credito d’imposta Transizione 4.0, i cui fondi si sono esauriti. Confermate anche le risorse aggiuntive, fino a 532,64 milioni, per le aziende che hanno richiesto il credito per la Zes unica, con incremento delle aliquote per agricoltura, pesca e acquacoltura. Per il contributo assicurativo, si stabilisce che entro il 16 novembre gli assicuratori versino l’85% del contributo dell’anno precedente come acconto.

Il ministro dell’Economia, a margine dei lavori, ha risposto alle domande sulle tensioni dichiarando di aver partecipato a ventinove leggi di bilancio e di conoscere perfettamente i meccanismi parlamentari, sottolineando che ciò che conta è il risultato finale nell’interesse del Paese.