A oltre quattro decenni dalla sparizione della cittadina vaticana, la Procura di Roma contesta a una 57enne l’accusa di false dichiarazioni.
Roma – Sono trascorsi più di quattro decenni da quel pomeriggio del 22 giugno 1983 in cui la giovane cittadina vaticana, Emanuela Orlandi, svanì nel nulla. Ora, dopo tutti questi anni, emerge un elemento nuovo nelle indagini: una donna di 57 anni, Laura Casagrande, risulta formalmente iscritta nel registro degli indagati.
L’ipotesi di reato riguarda presunte dichiarazioni mendaci rese durante gli interrogatori. Le attività investigative, riprese l’anno scorso, vedono impegnati gli agenti del reparto investigativo dell’Arma dei carabinieri della capitale, sotto il coordinamento dell’ufficio del pubblico ministero.
Laura Casagrande era legata alla ragazza scomparsa da un rapporto di conoscenza: entrambe frequentavano lo stesso conservatorio musicale. Attualmente cinquantasettenne, la sua famiglia ricevette all’epoca una telefonata anonima in cui veniva menzionato il nome di Ali Agca. Il suo nome è emerso ripetutamente nel corso degli anni proprio perché figura tra coloro che ebbero contatti con la giovane nelle ore precedenti la scomparsa. Recentemente era stata convocata anche dalla commissione parlamentare istituita appositamente per fare luce sul caso. Questa mattina si è presentata negli uffici giudiziari capitolini per essere interrogata, assistita dal proprio avvocato.
I familiari della scomparsa hanno commentato gli sviluppi attraverso il loro legale, esprimendo piena fiducia nell’operato della magistratura e sottolineando come la riservatezza mantenuta finora lasci intuire la serietà dell’approccio investigativo. Il fratello della ragazza si è detto molto soddisfatto della notizia, evidenziando proprio la discrezione con cui stanno procedendo le autorità come segnale positivo della qualità del lavoro in corso.
Gli inquirenti hanno concentrato la loro attenzione sulle ultime ore prima della sparizione, ricostruendo minuziosamente gli spostamenti e gli incontri della quindicenne. Contestualmente si è mossa anche la magistratura dello Stato della Città del Vaticano, mentre a livello parlamentare veniva costituita una commissione bicamerale dedicata. Proprio davanti a questo organismo, circa dodici mesi fa, si era presentata l’indagata insieme ad altre due persone che avevano frequentato l’istituto musicale nello stesso periodo.
Stando alla documentazione ufficiale, questa testimone potrebbe essere stata l’ultima a incrociare la ragazza: l’avrebbe notata in una via del centro storico romano, subito dopo che questa aveva lasciato la sede del conservatorio. Tuttavia, la deposizione resa davanti ai parlamentari si era rivelata problematica. I ricordi esposti risultarono estremamente vaghi e frammentari, caratterizzati da ripetute affermazioni di incapacità mnemonica e da vuoti narrativi significativi.