Ospedale San Raffaele nel caos

Denunciate criticità nell’assistenza ai degenti. Attivata task force d’emergenza. Avs convoca direzione ospedaliera e assessore in commissione.

Milano – Pesanti accuse piovono sul celebre nosocomio del capoluogo lombardo, dove il ricorso a infermieri assunti tramite cooperative esterne avrebbe generato gravi disfunzioni nell’assistenza ai pazienti. A lanciare l’allarme sono stati gli stessi operatori sanitari della struttura attraverso una missiva interna che circola da alcuni giorni e che denuncia una gestione inadeguata delle risorse umane in aree critiche come le terapie intensive.

Le presunte falle nel sistema hanno richiesto l’immediata costituzione di una task force per gestire l’emergenza sanitaria. Il meccanismo assistenziale avrebbe subito un blocco a causa della scarsa qualità delle prestazioni erogate dal personale esterno, tanto che sarebbe stato necessario bloccare i nuovi ricoveri dal pronto soccorso e trasferire i pazienti più gravi in altri reparti.

Secondo quanto emerge dalle comunicazioni interne, il personale infermieristico fornito dalla cooperativa avrebbe dimostrato carenze preoccupanti: mancata conoscenza della disposizione dei farmaci, incapacità di utilizzare i sistemi informatici ospedalieri, errori nel dosaggio dei medicinali e impossibilità di gestire apparecchiature salvavita come i ventilatori. In un caso sarebbe stato somministrato un farmaco a una velocità dieci volte superiore a quella prescritta.

La situazione sarebbe precipitata dopo le dimissioni di diciassette dipendenti dal reparto di Medicina cure avanzate, compreso il coordinatore infermieristico, che hanno reso necessario l’affidamento del servizio a fornitori esterni. Il sindacato interno ha annunciato che presenterà denuncia alle autorità di polizia.

Il caso è ora finito sotto i riflettori politici. Il consigliere regionale Onorio Rosati, esponente di Alleanza Verdi Sinistra, ha definito la vicenda “di una gravità inaudita, qualora le circostanze fossero accertate”. Secondo il rappresentante dell’opposizione, delegare le cure dei malati meno abbienti a organizzazioni terze evidentemente impreparate “solleva dubbi profondi sulle capacità manageriali e sull’attenzione verso chi necessita di assistenza”.

Rosati ha evidenziato come l’accaduto riguardi un presidio sanitario che opera in convenzione con il servizio pubblico regionale, pertanto “l’ente territoriale ha il dovere di fornire risposte”. Il politico ha già formalizzato la richiesta di audizione urgente in sede consiliare sia dei vertici del San Raffaele sia dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso.

La direzione sanitaria dell’ospedale ha ammesso le difficoltà, spiegando che “a fronte di un maggior afflusso di pazienti e di un avvicendamento dell’equipe infermieristica, il personale si è trovato particolarmente sotto stress”, ma ha assicurato che “attualmente la situazione è tornata sotto controllo”. Secondo i rappresentanti sindacali, l’esodo del personale sarebbe legato alla decisione del gruppo ospedaliero di non applicare il contratto nazionale del settore pubblico, con stipendi di 300-400 euro in meno al mese.

“L’episodio conferma l’urgenza di un presidio più stringente da parte della Regione su tutti gli enti sanitari privati convenzionati”, ha chiosato Rosati, auspicando controlli più severi per evitare il ripetersi di situazioni analoghe.