La “fotografia” perfetta: appalti irregolari per oltre 1,6 milioni di euro, bandi pilotati e concorrenza azzerata. 18 funzionari denunciati.
Udine – I finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza hanno portato a termine una vasta indagine, diretta dalle Procure della Repubblica di Udine e di Pordenone, riguardante irregolarità di numerosi appalti, indetti da vari enti locali del territorio regionale del Friuli Venezia Giulia, relativi all’acquisto di scuolabus e risultati tutti assegnati ad una medesima società avente sede in provincia di Venezia.
L’articolata e complessa indagine denominata “Filobus”, sviluppata dal nucleo di polizia economico-finanziaria, ha avuto origine nel 2022 e si è conclusa con la ricostruzione di n.14 procedure bandite nelle province di Udine e Pordenone, di ammontare complessivo pari a oltre 1.600.000 di euro, risultate tutte manipolate con la pre-individuazione del contraente.
Le Fiamme Gialle udinesi, dall’esito di una pregressa attività investigativa hanno eseguito perquisizioni degli uffici tecnici di alcuni enti – che avevano avuto, a fattor comune, il medesimo fornitore di automezzi – procedendo al sequestro dei fascicoli delle gare d’appalto e dei computer utilizzati dai funzionari coinvolti nelle procedure.

Grazie alle numerose e probanti email sequestrate, è stato possibile ricostruire le modalità con le quali i dipendenti pubblici assumevano accordi illegittimi con il responsabile delle vendite dell’azienda fornitrice di scuolabus, risultata illecitamente vincitrice di tutte le gare.
Infatti, è stato riscontrato che nelle fasi precedenti all’indizione degli appalti, la società veneta, tramite il proprio agente, prendeva contatti con i funzionari dei Comuni per presentare i mezzi, illustrarne le caratteristiche tecniche e formulare l’offerta economica. Successivamente, lo stesso forniva ausilio per la predisposizione del capitolato speciale d’appalto da parte dell’ufficio preposto dell’ente pubblico con la connivenza dei funzionari dipendenti in modo da limitare al massimo la concorrenza, sino a, talvolta, azzerarla totalmente, facendo in modo che le specifiche tecniche inserite nel bando di gara fossero talmente dettagliate da apparire la “fotografia” dello scuolabus dal medesimo proposto.
Successivamente, la società fornitrice degli scuolabus partecipava alle gare d’appalto, formulando generalmente ribassi irrisori, avendo già concordato con i funzionari degli enti i prezzi da porre a base delle aste e ottenerne, così, l’aggiudicazione.
Per tali fatti n.18 funzionari pubblici e l’agente di vendita della società attenzionata sono stati segnalati alle pertinenti Procure della Repubblica essendosi resi responsabili del reato previsto e punito dall’articolo 353 bis del Codice Penale (“Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”) che prevede una pena massima sino a cinque anni di reclusione.

A conferma della bontà dell’impianto investigativo, il tribunale ha già definito in primo grado quattro procedimenti penali di cui due conclusi con sentenze di condanna e due con l’accoglimento di richieste di patteggiamento.
In tale indagine sono stati, altresì, individuati anche profili di responsabilità erariale a carico di alcuni funzionari pubblici inerenti alla consapevole e mancata contestazione della duplicazione di costi inerenti gli acquisti degli scuolabus nonché per la mancata contestazione di penali previste contrattualmente per il mancato rispetto dei termini di consegna. Al riguardo, tali circostanze sono state segnalate alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Trieste per le valutazioni di competenza.