Controlli della GdF su reddito di cittadinanza e assegno di inclusione. Emerse truffe e richieste fraudolente bloccate prima dell’erogazione.
Barletta – Le Fiamme Gialle hanno controllato 180 destinatari di forme di sostegno al reddito, quali il reddito di cittadinanza e l’assegno di inclusione, facendo emergere 60 situazioni di irregolarità penalmente perseguibili, opportunamente segnalate alla Procura della Repubblica di Trani e di Foggia nonché all’INPS, per l’adozione degli opportuni provvedimenti sanzionatori, per la revoca dei benefici e il recupero delle somme indebitamente percepite.
Ammontano infatti a circa 420 mila euro le prestazioni sociali agevolate ottenute con l’inganno da cittadini italiani e stranieri che dovranno risarcire le casse dell’INPS. L’attività svolta dai finanzieri nei comuni della Provincia BAT nel corso del 2025 ha inoltre permesso di individuare e far bloccare, in relazione a entrambe le misure di sostegno, altri importi non ancora elargiti dall’INPS, con il quale il Corpo ha stipulato nel gennaio 2023 un protocollo d’Intesa, collegabili a istanze ritenute truffaldine perché istruite esclusivamente per la percezione indebita delle citate prestazioni economiche.
Le indagini sviluppate nel corso di pianificati servizi d’istituto a contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica, di concerto con l’INPS, hanno quindi consentito di smascherare diverse tipologie di condotte fraudolente partendo da dati e informazioni raccolte dai Reparti e di indicatori di rischio elaborati anche dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di Finanza di Roma.
In alcuni casi le misure di sostegno al reddito erano state riconosciute sulla base di istanze presentate all’istituto previdenziale da stranieri che avevano falsamente attestato il possesso dei requisiti minimi di permanenza sul territorio nazionale. In altri casi i beneficiari delle stesse prestazioni avevano omesso o ritardato di comunicare all’INPS la variazione della situazione reddituale e patrimoniale propria o del proprio nucleo famigliare intervenuta durante la percezione del sussidio, ovvero non avevano correttamente informato l’istituto previdenziale della presenza di altri componenti della famiglia percettori di reddito.
Gli accertamenti sono stati estesi anche all’assegno di inclusione, misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione delle fasce deboli che dal 1° gennaio 2024 ha sostituito il precedente e ormai abrogato reddito di cittadinanza.