Anna Maria Panzera condannata per infanticidio. Il corpicino era stato rinvenuto in uno zaino abbandonato sulla scogliera.
Reggio Calabria – La Corte d’Assise del capoluogo calabrese ha condannato all’ergastolo Anna Maria Panzera, la donna di 40 anni accusata dell’infanticidio del nipotino neonato, trovato senza vita il 26 maggio 2024 tra gli scogli di Villa San Giovanni, nei pressi degli imbarcaderi dei traghetti. La sentenza è stata emessa dalla Corte presieduta da Tommasina Cotroneo, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Tommaso Pozzati.
Il corpicino del neonato era stato rinvenuto all’interno di uno zainetto abbandonato sulla scogliera. A partorire il bambino era stata la figlia tredicenne della Panzera, una ragazza affetta da deficit psichico.
Secondo quanto ricostruito dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dai carabinieri, Anna Maria Panzera avrebbe assistito la figlia durante il parto. Subito dopo la nascita, la donna si sarebbe adoperata per riporre il neonato – che era venuto al mondo vivo e aveva ancora il cordone ombelicale attaccato – all’interno di uno zainetto, soffocandolo. Successivamente, avrebbe abbandonato il piccolo corpo sulla scogliera del lungomare di Villa San Giovanni.
Decisive per le indagini si sono rivelate le immagini del sistema di videosorveglianza della zona, che hanno dimostrato che a lasciare lo zainetto tra gli scogli era stata proprio la quarantenne. Gli inquirenti hanno potuto così ricostruire con precisione la sequenza degli eventi di quella tragica giornata di maggio.