Mistero dei due runner morti: indagini e certificati spariti

Due atleti trovati morti a giorni di distanza: autopsie in corso, verifiche sui certificati e controlli sui loro dispositivi personali.

Verona – Nel giro di appena quattordici giorni, due atleti del Team Km Sport sono stati trovati senza vita nei rispettivi letti. La prima a morire è stata Anna Zilio, seguita poco dopo da Alberto Zordan.

Su entrambi i corpi è stata disposta l’autopsia. La squadra a cui appartenevano, una società veronese che riunisce appassionati di corsa, ciclismo e triathlon, ora si ritrova al centro di due diverse indagini: una portata avanti dalla procura di Vicenza, l’altra da quella di Verona, entrambe impegnate a chiarire l’origine dei decessi.

Gli investigatori intendono verificare se nei due runner potessero essere presenti sostanze non consentite e stanno attendendo l’esito degli esami tossicologici. Nel frattempo, secondo quanto riportato oggi dal Corriere, non si avrebbe traccia dell’attestazione di idoneità sportiva di Zilio. Il certificato non sarebbe al momento rinvenibile e la polizia ha sequestrato il computer della 39enne per controllare se il documento si trovi tra file personali o in cartelle non immediatamente accessibili.

“Al momento non siamo riusciti a recuperare l’attestato relativo all’anno in corso – spiega l’avvocato della famiglia, Marco Pezzotti – né in versione cartacea né digitale. Non possiamo escludere che esista, potrebbe essersi trattato di una semplice dimenticanza di Anna, magari non aveva ancora caricato il file sul portale Fidal e aveva inserito soltanto la data di scadenza. Una situazione particolare, considerando che Zilio era proprio la segretaria della squadra: spettava a lei registrare i certificati di buona salute e comunicarli alla Federazione per ottenere il via libera alle gare.

La maratoneta non soffriva di patologie note, ma l’unico certificato recuperato dalle autorità nei giorni scorsi, proveniente dallo studio medico dove si era rivolta, è datato 2021. “In quell’anno Anna rimase ferma per sei mesi, presumibilmente per un problema cardiaco, anche se i suoi genitori non ne erano a conoscenza – aggiunge l’avvocato -. Sembra però che la situazione fosse stata poi risolta”.

Diversa la posizione di Zordan, che non presentava disturbi cardiaci, non fumava e non consumava alcol. Si stava allenando per partecipare alla maratona di Valencia. Proprio le circostanze improvvise e inspiegabili della sua morte hanno spinto la famiglia a chiedere chiarimenti, dando il via alle indagini ufficiali.