Fermato il cognato del magazziniere ucciso a Palermo

Il delitto davanti alla farmacia di via Oberdan. A scatenare la furia omicida, un conflitto familiare legato a una villetta a Carini.

Palermo – Un agguato in pieno giorno, sotto gli occhi delle telecamere della farmacia Sacro Cuore. Stefano Gaglio, 39 anni, magazziniere, è stato colpito mortalmente a pochi metri dall’ingresso laterale di via Oberdan. Aveva appena parcheggiato lo scooter, tolto il casco, quando un uomo si è avvicinato rapidamente sparando tre o quattro colpi.

L’allarme è scattato alle 9.11: le urla dei medici presenti hanno richiamato i passanti e i residenti della zona di piazza Principe di Camporeale. Il killer, descritto come un uomo robusto, con capelli brizzolati, si è poi allontanato con calma, impossessandosi di uno scooter e dirigendosi verso corso Finocchiaro Aprile.

Le volanti della polizia e un elicottero hanno dato immediatamente il via alla caccia all’uomo. Sul posto anche la squadra mobile guidata da Antonio Sfameni e il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso. Un dettaglio del video ha colpito gli investigatori: la vittima sembra riconoscere l’assalitore e tenta di fuggire, senza riuscirci.

La vittima, Stefano Gaglio

Le indagini si sono concentrate subito su un volto noto alle forze dell’ordine: Giuseppe Cangemi, 60 anni, cognato della vittima, già coinvolto in passato in un’inchiesta antimafia dalla quale era però uscito senza alcuna condanna. Alcuni testimoni lo avrebbero identificato come l’uomo con jeans, maglietta rossa e giacca blu ripreso dalle telecamere. Dopo ore di ricerche, Cangemi è stato rintracciato a Carini e portato in questura per essere interrogato.

Secondo quanto ricostruito, alla base del gesto ci sarebbe una lite familiare legata a una villetta di Carini, donata dal suocero di Gaglio alla figlia. Una scelta che avrebbe alimentato tensioni e rancori. Solo pochi giorni fa, tra Gaglio e Cangemi ci sarebbe stata una telefonata dai toni accesi.

«Stefano era un uomo generoso, stimato da tutti, mai coinvolto in ambienti criminali», raccontano i vicini di casa sconvolti. L’inchiesta, ora, dovrà chiarire se quella contesa familiare possa davvero spiegare un omicidio che ha scosso un intero quartiere.