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Ucciso e fatto a pezzi a Gemona, la compagna confessò ai carabinieri

Mailyn Castro Monsalvo avrebbe ammesso il delitto davanti ai militari, salvo poi chiudersi nel silenzio. Registrata anche la confessione della madre di Alessandro Venier.

Udine – Emergono nuovi inquietanti dettagli sul caso di Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi nella villetta di famiglia a Gemona, in Friuli. Le indagini dei carabinieri, riporta Tgcom, hanno confermato che la compagna della vittima, Mailyn Castro Monsalvo, avrebbe reso una confessione spontanea ai militari subito dopo l’arrivo sul luogo del delitto, allertati proprio dalla stessa donna.

Secondo quanto ricostruito, la 30enne – in gravi condizioni psicologiche e già affetta da depressione – avrebbe ammesso il coinvolgimento nell’omicidio commesso insieme con la suocera, Lorena Venier, madre della vittima e rea confessa. Poco dopo, però, si sarebbe chiusa nel silenzio, interrompendo la collaborazione con gli investigatori.

I carabinieri, scrive sempre Tgcom, hanno inoltre documentato una registrazione audio di 26 minuti e 10 secondi, effettuata con un cellulare, in cui Lorena Venier ricostruisce la dinamica del delitto. Il materiale, secondo il gip, è da considerarsi “pienamente utilizzabile” nel procedimento.

Le due donne restano accusate di omicidio volontario e distruzione di cadavere, mentre proseguono le indagini per chiarire i contorni e i moventi dell’efferato delitto.

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