Dj morto a Ibiza, è giallo sulla dinamica

La polizia: “Sotto effetto di droghe, ha minacciato un vicino con un coltello”. Il padre: “Ricostruzione fantasiosa, mio figlio legato e picchiato. Vogliamo solo giustizia”.

Napoli – La morte di Michele Noschese, in arte dj Godzi, avvenuta il 19 luglio nella sua casa di Roca Llisa a Santa Eulalia di Ibiza, continua a dividere famiglia e autorità spagnole. La Guardia Civil accusa il dj napoletano di aver minacciato un vicino anziano con un coltello mentre si trovava “sotto effetto di sostanze stupefacenti e in preda ad allucinazioni”. Una ricostruzione che il padre Giuseppe, stimato medico in pensione, respinge categoricamente.

Le accuse della Guardia Civil

Secondo la versione delle forze dell’ordine spagnole, Michele Noschese sarebbe stato trovato in uno stato di forte alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti. Gli agenti sarebbero intervenuti dopo una segnalazione per minacce nei confronti di un vicino di casa anziano, che il dj avrebbe intimidito brandendo un coltello. Durante il tentativo di contenimento, Noschese avrebbe iniziato ad avere convulsioni e, nonostante i tentativi di rianimazione, sarebbe deceduto sul posto.

La replica del padre: “Ricostruzione fantasiosa”

Io non ero presente ma, conoscendo mio figlio, questa ricostruzione mi pare piuttosto fantasiosa”, dichiara Giuseppe Noschese dal salotto della sua abitazione a Ibiza. “Non voglio apparire come un padre che cerca di giustificare il figlio, ricordo solo che Michele non aveva precedenti, era laureato in Economia, ha fatto sport per tutta la vita. Era una persona di successo, forse questo era il problema”.

michele noschese
Michele Noschese

Il medico in pensione contesta anche la presunta aggressione al vicino: “Con il vicino aveva ottimi rapporti. Quando sono arrivato mi ha abbracciato in lacrime, ha detto che gli mancherà Michele. E non ha sporto alcuna denuncia come avrebbe fatto chiunque fosse stato minacciato con un’arma da qualcun altro”.

“Mio figlio legato e picchiato”

Giuseppe Noschese fornisce una versione completamente diversa dei fatti: “È arrivata la polizia, mi è stato riferito che ha fatto uscire tutti, è rimasta sola con mio figlio che è stato legato mani e piedi. Sembrerebbe che sia stato malmenato in maniera particolarmente energica”. Il padre del dj parla di un trattamento brutale che avrebbe portato alla morte del figlio durante l’intervento delle forze dell’ordine.

“Io e la mia famiglia non siamo alla ricerca di una vendetta o di colpevoli, siamo alla ricerca di giustizia, sottolinea Noschese. “Sono un padre che non chiede vendetta e nulla che non dia giustizia alla memoria di mio figlio”.

L’autopsia è stata eseguita ieri e si attendono ora i risultati, che potrebbero chiarire le cause effettive del decesso. La famiglia Noschese, assistita dall’avvocato Paola Filippelli, ha nominato un proprio consulente di parte per gli accertamenti medico-legali. Gli avvocati stanno valutando se richiedere ulteriori esami per fare piena luce sulla dinamica dei fatti.

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