Braccianti sfruttati su turni di 12 ore consecutive con temperature oltre i trenta gradi. Paga al di sotto dei minimi contrattuali.
Rovigo – Due amministratori di società e quattro titolari di aziende agricole denunciati al termine di un’inchiesta svolta dalla Gdf di Loreo, che in un anno di indagini hanno ricostruito un sistema incentrato sullo sfruttamento della manodopera agricola, con base a Porto Viro, nel Rodigino.
Secondo le indagini, i due amministratori di origine marocchina di una Srls del settore trasporti, C.S. (50 anni) e C.H. (26 anni), padre e figlio, reclutavano connazionali in difficoltà economica, promettendo lavoro e ospitalità in Italia, per poi impiegarli come braccianti agricoli in condizioni di sfruttamento presso quattro aziende agricole con sede a Loreo, Porto Viro e Chioggia.
Per occultare la somministrazione fraudolenta di manodopera, la società emetteva false fatturazioni verso le aziende agricole coinvolte. Dalle ricostruzioni, i lavoratori venivano accompagnati con furgoni fatiscenti presso i campi, dove lavoravano fino a 12 ore consecutive, anche con temperature oltre i 30 gradi. I 18 braccianti maghrebini identificati, tra cui due in nero e un clandestino, non indossavano dispositivi di protezione, non avevano frequentato corsi obbligatori né effettuato visite mediche, in violazione delle normative sulla sicurezza.
Lavoravano per una paga oraria di circa 6 euro, contro i 10,50 euro indicati in busta paga (mai consegnata), ben al di sotto dei minimi contrattuali. Al termine delle giornate, i braccianti rientravano in alloggi degradanti, privi di riscaldamento, acqua calda, docce, con muffe, cibi conservati nelle camere da letto e materassi sul pavimento tra rifiuti, spesso in 4 per stanze di 15/20 mq. Un lavoratore viveva addirittura in un ex officina meccanica.
Al termine delle indagini, sono stati denunciati per concorso in intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro i due amministratori marocchini della Srls di Porto Viro, un 55enne italiano titolare di azienda agricola a Chioggia (VE), un secondo 55enne italiano, titolare di altra azienda a Chioggia, un 53enne italiano titolare di azienda agricola a Loreo (RO)e un 39enne marocchino, titolare di azienda agricola a Porto Viro
Nei confronti della Srls è stata inoltre eseguita una verifica fiscale: secondo la ricostruzione investigativa, la società avrebbe emesso e utilizzato fatture false per oltre 260 mila euro, per abbattere la base imponibile o favorire l’evasione di imposte da parte delle aziende clienti. Il giro d’evasione stimato tra IRES, IRAP e IVA ammonterebbe a 370mila euro.
Per i due “caporali” marocchini è stato disposto il divieto di dimora nelle province di Rovigo e Venezia; inoltre è stato disposto il sequestro preventivo fino a 20mila euro, quale profitto del reato