In servizio al Primo soccorso di Ca’ Savio, nel Veneziano, aveva avvertito un malore che faceva temere un infarto.
Venezia – Stava per avere un infarto e si è allontanato dal posto di lavoro per farsi curare, ma è stato licenziato. Sta facendo discutere l’episodio verificatosi al Primo Soccorso di Ca’ Savio, in provincia di Venezia, dove un medico in servizio è stato licenziato di punto in bianco per essersi allontanato otto minuti prima della fine del turno a causa di un malore. I fatti risalgono a febbraio, ma la notizia è emersa solo ora, dopo che il legale del medico ha reso pubblica la vicenda.
L’uomo, in passato sottoposto a un intervento con l’impianto di quattro stent coronarici, ha avvertito un forte malessere mentre era in turno. Temendo un possibile infarto, ha assunto i farmaci prescritti ma, non notando miglioramenti, ha deciso di effettuare un elettrocardiogramma e di recarsi presso il pronto soccorso dell’ospedale di Jesolo. Era sabato sera e il presidio sanitario, nel momento in cui il medico ha lasciato la sede, era rimasto sprovvisto di personale medico, poiché l’unico infermiere presente era partito in ambulanza per un intervento in codice giallo.
La difesa: “Non è una condotta grave”
Secondo quanto riferito dal suo avvocato al Corriere della Sera, il medico ha lasciato il presidio alle 19:52, appena otto minuti prima della fine del turno, ed ha avvisato la direzione della Croce Verde di Jesolo — l’ente datore di lavoro — alle 20:12, durante il tragitto verso l’ospedale.
“Non si può parlare di condotta grave — afferma il legale — poiché il mio assistito ha agito per tutelare la propria salute, in un contesto di urgenza medica”. Tuttavia, la Croce Verde ha proceduto con il licenziamento immediato, formalizzato attraverso una raccomandata ricevuta pochi giorni dopo l’accaduto.
Il caso solleva domande importanti sul diritto alla salute degli operatori sanitari, specialmente in situazioni di emergenza che coinvolgono gli stessi professionisti del settore.