Omicidio di Nicola Telegrafo, arrestati 5 membri del clan Di Cosola: svolta dopo 9 anni

L’agguato mafioso del 2015 nella piazza di Carbonara a Bari sarebbe stato ordinato dai vertici del clan Di Cosola. Determinanti le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Bari – A nove anni di distanza dall’omicidio di Nicola Telegrafo, freddato la sera del 28 maggio 2015 nella centralissima piazza Umberto del quartiere Carbonara, arriva la svolta nelle indagini: la Polizia di Stato ha eseguito nel pomeriggio odierno un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di omicidio doloso, porto e detenzione di armi, e ricettazione, tutti reati aggravati dall’articolo 416 bis comma 1, ovvero per finalità mafiose.

Il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito di una complessa indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Bari. Si precisa che si tratta di atti svolti nella fase delle indagini preliminari e che le responsabilità dovranno essere accertate in sede processuale, nel pieno contraddittorio tra le parti.

Una faida tra clan dietro il delitto

Secondo gli inquirenti, l’assassinio di Nicola Telegrafo sarebbe stato l’epilogo di una faida interna alla criminalità organizzata barese, che all’epoca vedeva contrapposti due clan storici: i Di Cosola – cui apparterrebbero gli arrestati – e gli Strisciuglio, di cui Telegrafo era reggente pro tempore, in sostituzione del vertice allora detenuto.

Intercettazioni, immagini e collaboratori: così si è arrivati ai mandanti

Le indagini, prolungate nel tempo, hanno potuto contare su intercettazioni telefoniche e ambientali, su immagini video riprese nel giorno dell’agguato e, soprattutto, sulle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, tra cui anche gli stessi esecutori materiali del delitto. Questi elementi hanno consentito di ricostruire la dinamica del crimine, individuare l’arma usata e attribuire con precisione le responsabilità individuali.

I ruoli nell’omicidio: mandante, esecutori e fiancheggiatori

Secondo quanto emerso, tra i destinatari della misura cautelare figurano uno dei promotori del clan Di Cosola, indicato come mandante dell’omicidio; due affiliati, ritenuti esecutori materiali; infine una donna e il suo compagno, che avrebbero avuto un ruolo chiave nella fase preparatoria dell’agguato.

Sono inoltre indagati, ma non colpiti da misure cautelari, altri due soggetti per il coinvolgimento nell’omicidio, e il padre di uno degli esecutori, per l’occultamento dell’arma.

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