Quattro detenuti trasferiti e messi in isolamento. Il reato di tortura dipenderà dalla testimonianza della vittima. Inchiesta anche sulle eventuali omissioni del personale penitenziario.
Genova – Il Ministero della Giustizia ha avviato verifiche urgenti, attraverso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), in merito alla presunta violenza sessuale subita da un detenuto di 18 anni nel carcere di Marassi. La notizia, diffusa da fonti interne, ha acceso i riflettori su una vicenda gravissima, culminata due giorni fa con una rivolta all’interno della casa circondariale genovese.
Indagini in corso e possibile reato di tortura
Secondo quanto emerso, il giovane sarebbe stato abusato e seviziato da quattro compagni di cella, ora trasferiti in altre carceri italiane fuori dalla Liguria e posti in isolamento. Il reato di tortura potrebbe essere formalizzato qualora la vittima, attualmente ricoverata all’ospedale San Martino, dovesse confermare che le violenze si sono protratte per giorni. La sua testimonianza è attesa nel pomeriggio di oggi e sarà raccolta dal Pubblico Ministero Andrea Ranalli, titolare dell’indagine. Il ragazzo è assistito dall’avvocata Celeste Pallini.
Verifiche anche sulle omissioni del personale
Parallelamente all’inchiesta giudiziaria, è in corso un’indagine interna del DAP per accertare eventuali responsabilità da parte del personale penitenziario, che potrebbe non essersi accorto delle violenze in atto. Gli esiti di questa inchiesta potrebbero confluire nel fascicolo aperto dal magistrato anche in merito ai disordini scoppiati mercoledì nella struttura.
Un sistema sotto pressione
Il carcere di Marassi, come molte strutture italiane, soffre da tempo di sovraffollamento e carenze strutturali, criticità che rendono ancora più complessa la gestione della sicurezza interna. L’episodio di violenza sessuale e i successivi disordini hanno evidenziato l’urgenza di rafforzare il controllo e la prevenzione nelle carceri, oltre che di garantire la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti.