Restauri d’eccellenza e nuove prospettive per il Parco Archeologico: dal cold case del custode alle terme suburbane, un investimento da 45 milioni con il Packard Humanities Institute.
Ercolano – Dopo oltre un quarto di secolo, due gioielli dell’antica Ercolano tornano a splendere: la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di Legno, tra le residenze più belle della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., riaprono al pubblico oggi, 19 marzo. Restaurate con “sapiente maestria,” come le definisce il ministro della Cultura Alessandro Giuli, segnano il completamento della prima fase del Progetto Domus, un’operazione congiunta tra il Parco Archeologico di Ercolano e il Packard Humanities Institute. Ma le novità non si fermano qui: dalla stanza del custode degli Augustali, un mistero archeologico in via di risoluzione, ai lavori alle Terme Suburbane, il sito si proietta verso un futuro di ricerca e innovazione.
La cerimonia di riapertura, alla presenza di Giuli e del vice ministro Edmondo Cirielli, ha svelato anche la nuova veste della stanza del custode del Sacello degli Augustali. Qui, lo scheletro di un giovane – ritenuto il guardiano del collegio sacro – è al centro di un “cold case” archeologico: nuove analisi, in conclusione nei prossimi giorni, promettono di svelare dettagli sulla sua vita e morte. Intanto, procedono i restauri delle Terme Suburbane, “l’edificio termale meglio conservato del mondo antico,” con i suoi marmi e rivestimenti preziosi, simbolo della raffinatezza di Ercolano.
Un’alleanza per il futuro
Il Progetto Domus, che ha riportato alla luce sei residenze con interventi di restauro conservativo, è solo l’inizio. Giuli ha annunciato un investimento di circa 45 milioni di euro, frutto del sodalizio “fecondo e lungimirante” con il Packard Humanities Institute. Il piano, siglato con un protocollo d’intesa lo scorso luglio, prevede la ripresa degli scavi nell’area est della città – un evento storico a quasi un secolo dalle campagne di Amedeo Maiuri – e l’applicazione di tecnologie avanzate per la ricerca e la fruizione del patrimonio. “Nuove prospettive si aprono,” sottolinea il direttore del Parco, Francesco Sirano, “con depositi, laboratori e uffici moderni che rivoluzioneranno la gestione del sito.”
Non solo archeologia: il progetto include interventi urbani, come la riqualificazione di un quartiere ai confini degli scavi e la costruzione di un complesso edilizio a sud, che eliminerà le infrastrutture moderne e arretrerà i limiti di scavo verso est e sud. Un’operazione che intreccia passato e presente, valorizzando Ercolano come polo culturale e turistico.
Tecnologia al servizio del patrimonio: la nuova App
Con le riaperture debutta anche la nuova App di Ercolano, una guida digitale che offre accesso al vasto patrimonio di conoscenze del Parco. “Non è solo un supporto per i visitatori,” spiega Sirano, “ma un ponte tra la ricerca scientifica e il pubblico, grazie alla digitalizzazione dei dati raccolti in anni di studi.” L’applicazione, disponibile a breve sugli store, si affianca ai progressi del progetto Herculaneum 3D Scan, finanziato dal Packard Humanities Institute, che rende il sito un laboratorio all’avanguardia.
Ercolano: un modello globale
La collaborazione pubblico-privata con il Packard, attiva dal 2001, è celebrata come un modello di gestione del patrimonio. Dai restauri delle domus alla ripresa degli scavi, Ercolano si conferma non solo un tesoro romano, ma un esempio di come il passato possa dialogare con il futuro. Mentre le analisi sul custode e i lavori alle terme proseguono, la città antica si prepara a rivelare nuovi segreti.