Il Guardasigilli ha voluto rimarcare che la riforma è intoccabile ma che non è in previsione nessuna legge sulla responsabilità dei magistrati.
Roma – Tra una settimana, giovedì 27 marzo “avremo un incontro al ministero con la giunta dell’Anm per parlare di efficienza”. Lo annuncia il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo al convegno alla Camera ‘(In)Separabili’. Al convegno, organizzato da Noi Moderati, che si tiene nella Sala Matteotti della Camera, partecipano tra gli altri il presidente dell’Unione camere penali Francesco Petrelli e il presidente dall’Anm Cesare Parodi. “È vero che la riforma non influisce sull’efficienza della giustizia, ma nessuno lo ha mai preteso. Abbiamo detto invece che serve per coerenza”, ha aggiunto il ministro.
Si è parlato di separazione delle carriere ovviamente: “La riforma è intoccabile perché già approvata da un ramo del Parlamento. Su un argomento così delicato è bene che si pronuncino i cittadini, quindi auspico il
referendum. Auspico che ci sia un dibattito sereno, senza slogan e chiunque perda non è bene che venga umiliato, che sia la magistratura o la politica. se dovessero perdere e tanto meno la politica al contrario”. Ma Nordio ha voluto sottolineare che “il governo non ha allo studio nessun progetto sulla responsabilità civile del magistrato”. “Io sono da sempre contrario alla responsabilità civile del magistrato intesa come responsabilità contabile”, afferma Nordio. “Un magistrato sbaglia sette volte al giorno ed è normale – spiega il Guardasigilli -. Si presume che l’errore sia sempre in agguato, per questo ci sono tre gradi di giudizio”. “Quello che non è tollerato è quando un magistrato non conosce la legge e quando non conosce le carte”, conclude.
“Però mi chiedo: è possibile che il 99,99% dei giudizi dati dai magistrati su altri magistrati siano tutti eccellentissimi e poi si scopre invece altro? Il Csm non funziona come dovrebbe funzionare, – conclude Nordio – altrimenti non avremmo queste discrasie. Perché sappiamo tutti che ci sono le correnti e ci sono stanze di compensazione per cui tutti si proteggono tra di loro”. Dal canto suo l’Anm dopo l’ultimo incontro a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, ha presentato una serie di “suggerimenti” per dare una svolta alla macchina giudiziaria.
Otto proposte per migliorare la qualità della giurisdizione e rendere il sistema giudiziario più efficiente a vantaggio di tutti i cittadini. L’associazione nazionale dei magistrati, guidata da Cesare Parodi, nell‘incontro a Palazzo Chigi, ha messo infatti sul tavolo non solo le critiche, punto per punto, alle novità cardine introdotte dalla riforma costituzionale, ma ha presentato anche i propri suggerimenti per migliorare il funzionamento della giustizia. Nelle otto proposte Anm chiede prima di tutto di aumentare l’organico della magistratura assumendo almeno 1000 nuovi magistrati all’anno per i prossimi 5 anni, per avvicinarsi alla media europea e migliorare così l’efficienza del sistema giudiziario.
Le toghe chiedono poi di rivedere le piante organiche degli uffici giudiziari in base agli effettivi carichi di lavoro; realizzare un piano straordinario di assunzioni del personale amministrativo per ridurre le scoperture e stabilizzare i precari dell’ufficio del processo; dotare i magistrati di applicativi informatici adeguati; intervenire sulla situazione delle carceri; intraprendere iniziative urgenti sull’edilizia giudiziaria e sulle
condizioni di lavoro del personale della giustizia. Ancora, tra i suggerimenti, quello di ottimizzare la giustizia penale e civile attraverso la creazione di luoghi di confronto con Governo, Parlamento, istituzioni, ordini professionali e società civile per: prevedere l’immediata depenalizzazione dei fatti adeguatamente sanzionabili attraverso interventi di natura non penale; introdurre meccanismi processuali finalizzati ad assicurare la deflazione e l’accelerazione dei procedimenti, soprattutto davanti al giudice monocratico e nei giudizi di impugnazione”.
Si chiede ancora di “riconsiderare completamente, a due anni di distanza dall’entrata in vigore della
legge Cartabia, la sua efficacia sul processo civile eliminando tutti quegli aspetti che hanno determinato, in primo e secondo grado, un appesantimento del rito. Infine secondo le toghe andrebbe promossa una maggiore interscambiabilità tra le funzioni per garantire più flessibilità nel passaggio tra le funzioni requirenti e giudicanti. Sul tema dell’efficienza della giustizia, assicurano fonti presenti all’incontro, il governo avrebbe mostrato apertura al dialogo. “Sugli otto punti ho notato un grande interesse”, ha detto lo stesso presidente dell’Anm Cesare Parodi. “Sull’intenzione di lavorare per una giustizia migliore sugli otto punti, ed eventualmente anche altri, abbiamo trovato sicuramente un’apertura e di questo ci rallegriamo e speriamo ci possa essere un seguito”, ha concluso precisando che su questo “certamente non ci tireremo in indietro”.