Tribunale durante il processo d’appello per le accuse di tortura nel carcere di Torino

Carceri, il sovraffollamento supera il 210%: seduta straordinaria alla Camera

Sollecitata dalle opposizioni che richiamano il Parlamento a trovare soluzioni urgenti e non più rimandabili sull’emergenza nei penitenziari.

Roma – Sovraffollamento delle celle e una scia di morte che non si arresta, con 17 suicidi da inizio anno. Da Mercoledì è prevista alla Camera una seduta straordinaria per l’esame delle mozioni Faraone, Braga, Richetti, Zanella e Magi n. 1-00406 e D’Orso ed altri n. 1-00407 concernenti iniziative in merito alla situazione nelle carceri. “Grazie alla determinazione e all’azione unitaria delle opposizioni, siamo riusciti a riportare all’attenzione del Parlamento la situazione drammatica delle carceri”, aveva fatto sapere la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi al termine della conferenza dei capigruppo in cui era stata calendarizzata la seduta straordinaria sul sovraffollamento carcerario. “Una situazione insostenibile”, aveva sottolineato.

Serve “un impegno concreto dell’esecutivo per garantire il rispetto della dignità umana e la sicurezza di chi opera all’interno degli istituti penitenziari. Auspichiamo che il governo accolga le nostre proposte per intervenire finalmente con misure realmente efficaci e non con provvedimenti che si sono dimostrati demagogici e soprattutto inutili”, aveva concluso Boschi. Ed è proprio di queste ore l’allarme del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe sul carcere di Foggia. Sono 642 i detenuti presenti nel carcere pugliese a fronte dei 300 posti a disposizione. Il sindacato spiega che sono “quasi introvabili letti e materassi”. Stando ai dati, nell’istituto penitenziario il sovraffollamento supera il 210%, contro la media regionale del 165%.

“In tante occasioni – dice il segretario nazionale, Federico Pilagatti – le più importanti cariche Istituzionali e politiche del nostro Paese hanno citato l’articolo 27 della Costituzione che prevede che ‘le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’. Purtroppo nella pratica tutto ciò diventa aleatorio poiché a un problema di sovraffollamento effettivo delle nostre carceri si aggiunge una non corretta gestione dei detenuti sparsi nelle varie regioni”. “Ci dicono – conclude – che letti, materassi e coperte siano quasi terminati”. Il Sappe torna quindi a sottolineare la “necessità di interventi urgenti“. 

L’ultimo report del Garante sul sovraffollamento delle carceri ha fotografato la situazione emergenziale denunciata da tempo e da più parti: le persone detenute in Italia sono 62.130, i posti regolarmente disponibili ammontano a 46.890 rispetto alla capienza regolamentare di 51.323. A livello nazionale, l’indice di sovraffollamento è del 132,50%. Il dossier è aggiornato al 6 marzo 2025. L’istituto con il più alto indice di sovraffollamento è il carcere San Vittore di Milano con il 218,09%, a seguire il carcere di Foggia con il 208,36%, Brescia Canton Monbello con il 202,75%, Taranto con il 198,55%, Varese con il 196,23%, Como con 191,56 e Lucca con il 189,47%. Sono 150 (pari al 75,75%) gli Istituti con un indice di affollamento superiore al consentito e in 53 istituti risulta pari e superiore al 150%.

Una situazione disomogenea, per quanto la quasi totalità delle regioni (17) registrino un indice di affollamento superiore agli standard e solo 3 si collocano al di sotto della soglia regolamentare. Regioni come la Puglia (169,17%), Molise (153,20%), Lombardia (152,42%), Veneto (150,46), Friuli Venezia Giulia (148,42%) e Lazio (141,42%) mostrano un indice davvero allarmante di sovraffollamento, in buona parte determinato dal divario in negativo tra persone detenute presenti e posti regolarmente disponibili, “e tale – scrive il Garante – da dover necessariamente orientare in termini logisticamente mirati i preannunciati interventi legislativi in tema di edilizia penitenziaria, vieppiù considerandosi non praticabile una teorica, omogenea, distribuzione della popolazione carceraria su tutto il territorio nazionale, frapponendosi, innanzitutto, la primaria esigenza di salvaguardare la prossimità del collegamento tra detenuto e proprio nucleo familiare di provenienza che impedisce l’automatico trasferimento dei detenuti in regioni come la Valle d’Aosta, il cui indice è del 73,26%, Sardegna ( 96,84%) e Trentino Alto Adige (96,64%)”.

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