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Alluvione Marche: il processo fermo alla costituzione delle parti civili, rinvio a giugno

L’inondazione aveva causato la morte di 13 persone tra le quali un bambino di 8 anni, Mattia Luconi. Gli indagati sono 23.

L’Aquila – Il procedimento per l’alluvione di settembre 2022 che colpì le Marche con l’esondazione dei fiumi Misa e Nevola, è fermo all’udienza preliminare, al Tribunale de l’Aquila. L’alluvione causò la morte di 13 persone tra le quali un bambino di 8 anni, Mattia Luconi, di Barbara (Ancona). Sono state discusse ieri davanti alla giudice Guendalina Bucella le eccezioni delle difese degli indagati sulle costituzioni di parte civile presentate a dicembre, sono oltre 250, e l’udienza che si è tenuta per decidere sulle ammissioni è stata rinviata all’11 giugno. La giudice è la stessa dell’alluvione 2014 di Senigallia che decise sulle costituzioni di parte civile di quel procedimento.

Tra le 250 costituzioni c’è anche quella del padre del piccolo Mattia, Tiziano Luconi. La Procura aquilana contesta a 23 indagati omissioni, negligenze e violazioni di norme negli interventi di manutenzione e gestione degli alvei dei fiumi, in particolare la mancata rimozione di piante e alberi, e la realizzazione del Ponte 2 Giugno, a Senigallia, non a norma. L’alluvione risale al 15 settembre del 2022, devastò 2.500 ettari di terreni, aziende e abitazioni tra Senigallia e il suo hinterland, colpendo nove comuni. Tra i 22 indagati che
rischiano un processo ci sono funzionari e tecnici della Regione Marche, della Provincia di Ancona, del Consorzio di Bonifica Marche e del Comune di Serra de’ Conti. I reati contestati sono, a vario titolo, cooperazione in inondazione colposa, lesioni gravi e omicidio colposo plurimo. 

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