Il report del Garante sul sovraffollamento delle carceri: indice del 132,5%

L’istituto con la percentuale più alta è San Vittore di Milano con il 218,09%, a seguire Foggia con il 208,36% e Brescia con il 202,75%.

Roma – Le persone detenute in Italia sono 62.130, i posti regolarmente disponibili ammontano a 46.890 rispetto alla capienza regolamentare di 51.323. A livello nazionale, l’indice di sovraffollamento è del 132,50%. I dati sono contenuti nel report del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, aggiornato al 6 marzo 2025. L’istituto con il più alto indice di sovraffollamento è il carcere San Vittore di Milano con il 218,09%, a seguire il carcere di Foggia con il 208,36%, Brescia Canton Monbello con il 202,75%, Taranto con il 198,55%, Varese con il 196,23%, Como con 191,56 e Lucca con il 189,47%. Sono 150 (pari al 75,75%) gli Istituti con un indice di affollamento superiore al consentito e in 53 istituti risulta pari e superiore al 150%. Una situazione disomogenea, per quanto la quasi totalità delle regioni (17) registrino un indice di affollamento superiore agli standard e solo 3 si collocano al di sotto della soglia regolamentare.

Regioni come la Puglia (169,17%), Molise (153,20%), Lombardia (152,42%), Veneto (150,46), Friuli Venezia Giulia (148,42%) e Lazio (141,42%) mostrano un indice davvero allarmante di sovraffollamento, in buona parte determinato dal divario in negativo tra persone detenute presenti e posti regolarmente disponibili, “e tale – scrive il Garante – da dover necessariamente orientare in termini logisticamente mirati i preannunciati interventi legislativi in tema di edilizia penitenziaria, vieppiù considerandosi non praticabile una teorica, omogenea, distribuzione della popolazione carceraria su tutto il territorio nazionale, frapponendosi, innanzitutto, la primaria esigenza di salvaguardare la prossimità del collegamento tra detenuto e proprio nucleo familiare di provenienza che impedisce l’automatico trasferimento dei detenuti in regioni come la Valle d’Aosta, il cui indice è del 73,26%, Sardegna ( 96,84%) e Trentino Alto Adige (96,64%)”.

Proprio contro il sovraffollamento e tutte le sue conseguenze, spesso tragiche, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha indetto nei giorni scorsi una mobilitazione nazionale. Lo aveva annunciato in un documento con il quale si denunciava il “silenzio assordante da parte della politica e della società civile sul carcere”. “Sono passati due mesi dal discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha richiamato tutti al rispetto della dignità di ogni persona e dei suoi diritti anche per chi si trova in carcere” ricordano in un documento i Garanti. Che chiedono “soluzioni giuridiche immediate sia alla politica che all’Amministrazione penitenziaria attraverso provvedimenti che riducano il sovraffollamento e migliorino le condizioni di vita dentro le carceri”.

La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali si chiede inoltre come “la politica, i singoli direttori delle carceri, i magistrati di sorveglianza, intendono agire per l’attuazione della sentenza della Corte costituzionale in tema di tutela del diritto all’affettività delle persone detenute e del diritto a colloqui riservati e intimi (senza controllo visivo)”. “Occorre da subito – aggiungono, aumentare le telefonate e le videochiamate, soprattutto in casi specifici, perché questo rappresenta un ulteriore modo per tutelare l’intimità degli affetti dei detenuti. Inoltre, occorre che la Magistratura di Sorveglianza si impegni ad aumentare i giorni di permesso premio per i ristretti”. Denunciano “un silenzio assordante da parte della politica e della società civile sul carcere” i Garanti regionali, provinciali e comunali delle persone private della libertà. “Abbiamo il dovere di agire qui e ora” sottolineano in un documento congiunto.

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