Secondo l’associazione dei consumatori ci sono rischi per i risparmiatori: si chiede a Consob e a Bankitalia di fare i dovuti accertamenti.
Roma – Il Codacons ha presentato oggi un esposto alla Consob e alla Banca d’Italia “circa due operazioni finanziarie sospette lanciate da Fabrizio Corona”. Lo rende noto la stessa associazione dei consumatori in una nota. Nel mirino dell’associazione sono finite in particolare due operazioni che “sembrerebbero mettere a rischio la sicurezza delle operazioni finanziarie e i diritti dei risparmiatori, e che si potrebbero configurare come iniziative di dubbia legalità nel settore del trading online, sollevando preoccupazioni sia sul piano normativo che finanziario”, spiega il Codacons. I primi dubbi del Codacons riguardano il cosiddetto ‘Progetto Corona’.
“Tale progetto sembrerebbe essere presentato come un’opportunità di investimento che promette entrate extra garantite. Sostanzialmente, le persone vengono invitate a investire denaro attraverso un broker
specifico, con la promessa di guadagni elevati – scrive l’associazione nell’esposto, visionato dall’Adnkronos .- A tal fine, devono accedere al gruppo Vip, creando un account con il broker tramite un link di affiliazione e un deposito di almeno 300 euro (che aumentano immediatamente a 600 euro). Tuttavia, il broker suggerito sembrerebbe non essere autorizzato in Europa. Nonostante le dichiarazioni pubbliche di Fabrizio Corona in cui afferma di aver interrotto il progetto a seguito delle prime segnalazioni negative, emergerebbero evidenze contrarie che indicano il proseguimento dell’iniziativa sotto diverse forme”.
Inoltre Fabrizio Corona – sempre secondo quanto riportato da Adnkronos- avrebbe lanciato negli ultimi tempi una ‘meme coin’: attraverso i suoi canali social, Corona avrebbe promosso la sua criptovaluta promettendo che, a differenza di altre, sarebbe stata destinata a durare nel tempo. “In realtà, le prime fasi del lancio della criptovaluta sono state turbolente, con forti oscillazioni di valore e accuse di manipolazione del mercato a causa di un’attività altamente sospetta avvenuta nei minuti precedenti alla sua pubblicazione ufficiale – si legge ancora nell’esposto -. Il fatto che un wallet abbia acquistato token prima della pubblicazione dell’indirizzo indica un accesso a informazioni riservate, suggerendo un caso di insider trading. La rapida vendita dei token nei primi minuti di trading ha portato a un crollo del prezzo, con gli investitori successivi che si sono trovati a detenere asset fortemente svalutati, una dinamica tipica degli schemi di Pump & Dump”.
Il Codacons ha dunque chiesto a Consob e Banca d’Italia di “predisporre tutti i controlli necessari per accertare quanto esposto, verificando il configurarsi di eventuali illeciti nelle condotte descritte e conseguenti responsabilità, oltre che, in caso affermativo, irrogando le relative sanzioni e inibendo i relativi comportamenti”.