Carceri: blitz a Pescara, trovati telefoni e droga negli orifizi anali dei detenuti

Oltre 150 agenti hanno eseguito una maxi perquisizione in tutte le celle del penitenziario di San Donato come riferisce il sindacato Spp.

Pescara – Blitz di 150 poliziotti nel carcere abruzzese, per la ‘bonifica’ dell’istituto sequestrando telefonini e droga. “Nel carcere rivierasco sono stati rinvenuti droga e 4 telefonini, celati negli orifizi anali dei detenuti”. Lo ha dichiarato Mauro Nardella, vicesegretario del Sindaco polizia penitenziaria (Spp) riferendosi all’operazione coordinata dal nuovo provveditore dell’Amministrazione penitenziaria di Lazio Abruzzo e Molise, Giacinto Siciliano. La perquisizione straordinaria segue la rivolta scoppiata nei giorni scorsi dopo la morte di un giovane detenuto e “che ha visto l’attivazione di un esodo di detenuti anche questo mai visto prima in Abruzzo – ha aggiunto il sindacalista riferendosi ai 60 detenuti del San Donato che sarebbero coinvolti nei disordini, trasferiti in altri penitenziari”.

“Da non dimenticare l’operazione, altrettanto produttiva, messa a punto nel carcere di massima sicurezza di Sulmona e che ha portato al sequestro di ben 40 telefonini a dicembre scorso. Tutti raccontano di Siciliano come uno dei migliori dirigenti che abita il ministero della Giustizia. Con quello che sta producendo come non credere a coloro che lo pensano e, soprattutto, lo dicono. – ha continuato riferendosi al nuovo provveditore dell’Amministrazione penitenziaria di Lazio Abruzzo e Molise. “Ascoltando di testimonianze fornite da alcuni degli operatori penitenziari che hanno avuto modo di lavorarci assieme tutti, all’unisono, evocano Il neo Provveditore del Lazio, Abruzzo e Molise come l’esempio di come, attraverso una giusta leadership come la sua, si è pronti a mettersi in gioco e a qualunque costo. Complimenti”, ha concluso il vicesegretario Nardella.

Nei giorni scorsi, sempre nel penitenziario di San Donato era scoppiato il caos. L’ennesimo suicidio in cella nella notte aveva fatto scoppiare la rivolta nel carcere abruzzese. Una situazione che ha “riacceso i riflettori in maniera preoccupante sulla casa circondariale, da tempo alle prese – ha fatto notare il sindaco di Pescara Carlo Masci, con una serie di problemi irrisolti che meritano la massima attenzione istituzionale. Il suicidio di un giovane detenuto e una violenta rivolta negli spazi del carcere del capoluogo adriatico mi spingono a sollecitare al Governo un intervento ormai improcrastinabile”. 

“Come ho già fatto negli anni passati, torno a chiedere al ministero della Giustizia e all’Agenzia del demanio la delocalizzazione della casa circondariale di Pescara – ha aggiunto il primo cittadino -. I recenti episodi hanno messo ancora una volta in luce il profondo malessere che vivono quotidianamente i reclusi e il personale della polizia penitenziaria, un disagio che appare inconcepibile soprattutto perché si protrae da tempo immemore, con allarmi costanti e ripetuti fino allo sfinimento dai rappresentanti dei lavoratori, mai affrontati alla radice. I problemi del carcere locale, da quelli strutturali a quelli legati alla carenza di personale, vanificano o comunque mettono pesantemente a rischio la funzione del carcere stesso, che deve sempre mirare alla rieducazione e al reinserimento sociale e rendono impossibile il lavoro della polizia penitenziaria”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa