Corruzione a Vigevano: indagini chiuse, in 8 verso il processo. Tra loro il sindaco Ceffa e il leghista Ciocca

Il primo cittadino è ai domiciliari da novembre. In attesa di un possibile rinvio a giudizio, l’avvocato presenterà richiesta di revoca della misura cautelare.

Pavia – La procura ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini a otto persone coinvolte nel caso di corruzione che ha sconvolto Vigevano nel novembre scorso. Concluse le indagini, si profila ora il rinvio a giudizio per i principali imputati.

Tra gli indagati figura il sindaco di Vigevano, Andrea Ceffa, attualmente agli arresti domiciliari, oltre all’ex consigliera comunale Roberta Giacometti e ai tre ex dirigenti di ASM, Veronica Passarella, Matteo Ciceri e Alessandro Gabbi, che hanno riacquistato la libertà dopo le dimissioni dai loro incarichi. L’avviso è stato notificato anche ad Angelo Ciocca, ex europarlamentare della Lega, ad Alberto Righini, ex vicepresidente regionale dell’Ance, e alla moglie di quest’ultimo, Alice Andrighetti.

L’ex europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, anche lui coinvolto nella bufera giudiziaria

L’inchiesta si sviluppa lungo due filoni principali: il primo riguarda un presunto tentativo di corruzione da parte di Ciocca e Righini nel novembre 2022, noto come la “congiura di Sant’Andrea”, volto a far cadere il sindaco Ceffa. Il secondo filone accusa lo stesso Ceffa di aver assegnato una consulenza fittizia per garantirsi il sostegno politico della Giacometti in consiglio comunale, in un momento in cui la maggioranza risultava estremamente fragile dopo la congiura.

In attesa di un possibile rinvio a giudizio, resta da chiarire il destino giudiziario del sindaco Andrea Ceffa, ai domiciliari da novembre. Il suo avvocato, Luca Angeleri, intende presentare richiesta di revoca della misura cautelare, sostenendo che, ora che gli altri imputati si sono dimessi e che la maggioranza consiliare è stata ristabilita (con un nuovo assetto di 15 a 9, grazie all’ingresso di Forza Italia PPE), il rischio di inquinamento delle prove è venuto meno.

Il Tribunale del Riesame aveva già respinto una prima richiesta di scarcerazione a dicembre, ritenendo le prove raccolte dagli inquirenti sufficientemente gravi da giustificare la misura cautelare. Tuttavia, in caso di revoca degli arresti domiciliari, Ceffa potrebbe tornare a ricoprire la carica di sindaco, poiché l’interdizione dai pubblici uffici non si applica alle cariche elettive.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa