Il presidente della Lombardia contesta il monitoraggio annuale che ha visto retrocedere di tre posizioni la Regione: “Puttanate”.
Roma – Solo 13 regioni sono oltre la sufficienza in tutti i parametri di monitoraggio dei Lea, i livelli essenziali di assistenza sanitaria che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini, mentre 8 sono insufficienti in almeno una delle tre macroaree di valutazione, ossia Prevenzione, Distrettuale e Ospedaliera. È quanto emerge dal rapporto definitivo del Sistema di Garanzia 2023 del ministero della Salute, predisposto proprio per monitorare l’attuazione dei Lea. Il Veneto è al top di questa speciale classifica, scalzando l’Emilia-Romagna, mentre fanalino di coda è la Calabria. Giù la Lombardia, che esce dalla top five, mentre il Lazio si piazza tredicesimo. Complessivamente, il Servizio sanitario nazionale mostra un trend di miglioramento nell’area ospedaliera, mentre è in peggioramento continuo nell’area distrettuale e in quella della prevenzione.
La Lombardia nell’anno 2023 è retrocessa di tre posizioni (passando dal quarto al settimo posto) nell’annuale monitoraggio del ministero della Salute sui livelli essenziali di assistenza, le prestazioni che il servizio sanitario deve garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza. Una classifica che è stata duramente contestata dal presidente della Regione, Attilio Fontana. “Sono cose assolutamente inaccettabili. I parametri indicati non hanno niente a che vedere con il funzionamento della sanità, sono cose cervellotiche che hanno l’obiettivo di penalizzarci. Sono dati che si fondano su questioni che non c’entrano niente, codici interpretabili in differenti modi, tra diverse Aziende sanitarie e Regioni. Non può essere questo il metodo di giudizio del funzionamento della sanità. Sono tutte, se posso usare un termine giuridico, puttanate”.
Fontana, a margine di un evento al Pirellone ha duramente risposto a una domanda sulla classifica del ministero della Salute sulle Regioni con le cure migliori, che vede la Lombardia al sesto posto. “Quindi, va bene così, l’importante è che il Niguarda sia il migliore ospedale d’Italia e che nei primi dieci ce ne siano altri cinque lombardi. E scendendo vedo anche il mio grande ospedale di Varese che è comunque 15 o 16esimo nella graduatoria. Vuol dire che la qualità di tutti gli ospedali è eccellente, che la qualità di tutta la nostra sanità è eccellente. Quindi non ragioniamo di loro, ma guarda e passa. Quello che succede a Roma ci riguarda fino a un certo punto. Anzi, non vogliamo neanche pensare che ci riguardi”, ha detto.
Diversa la reazione del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, di fronte alla massima vetta raggiunta dalla sanità veneta nella classifica resa nota dal Ministero della Salute a conclusione dell’elaborazione dei risultati definitivi del monitoraggio della qualità dei servizi erogati e della quantità dei Lea garantiti riferiti al 2023. “La sanità veneta è la prima a livello nazionale. Lo ha reso noto oggi la più autorevole e indiscutibile delle fonti: il Ministero della Salute. Nelle approfondite ‘pagelle’ rese note oggi, infatti, non solo il nostro modello sanitario si conferma un’eccellenza nella prevenzione, nell’organizzazione territoriale e nelle cure ospedaliere ma dalla somma dei risultati in questi tre ambiti emerge al primo posto assoluto tra le regioni e provincie autonome italiane con un punteggio pari 287,1. È la conferma positiva del grande lavoro portato avanti in questi anni“.