Telefonini in carcere: Sappe, nel 2024 in Puglia sequestrati oltre 500 apparecchi

Pilagatti propone di mettere delle reti alle finestre delle stanze dei detenuti e sopra gli spazi aperti per bloccare l’uso dei droni.

Bari – “Solo nel 2024 sarebbero stati sequestrati più di 500 apparecchi telefonici nonché importanti quantitativi di droga nei penitenziari della Puglia, grazie all’incessante lavoro della polizia penitenziaria e del suo nucleo investigativo regionale”. Così, in una nota, il segretario del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, Federico Pilagatti.”Si parte da qualche centinaia di euro per i micro telefonini, alle migliaia di euro per gli smartphone che consentono ai boss anche di guardare in diretta le azioni delittuose commesse dai loro affiliati”, aggiunge.

Pilagatti, inoltre, solleva la questione relativa alla vigilanza dinamica (celle aperte tutta la giornata): “Toglie dalle sezioni detentive i poliziotti, lasciando ai detenuti più violenti e pericolosi mano libera per fare quello che vogliono, a partire dal punire i detenuti più deboli che non si sottomettono ai loro voleri, a gestire i propri affari, nonché dare ordini all’esterno del carcere”. Nei giorni scorsi il Sappe ha chiesto “l’intervento dei prefetti poiché quello che accade nelle carceri riguarda anche l’ordine e la sicurezza pubblica: si ritiene che sarebbe necessaria la convocazione di un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica al fine di mettere a punto delle misure che in attesa di provvedimenti concreti, possano contrastare il fenomeno”.

A partire da un più stretto controllo all’esterno delle carceri da parte delle forze dell’ordine. “Altra misura che il Sappe richiede che venga attuata con urgenza – conclude il sindacalista – è mettere delle reti alle finestre delle stanze occupate dai detenuti e sopra gli spazi aperti del carcere a partire dai passeggi, al fine di eliminare ogni possibilità per i droni di far giungere ai detenuti il materiale proibito”. Nelle scorse ore, della questione aveva parlato il procuratore di Bari, Roberto Rossi, nella conferenza stampa in cui erano stati forniti particolari sulle 37 misure cautelari adottate dal gip in un’indagine della Dda sul traffico di droga gestito anche dal carcere.

“Attraverso il Dap”, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, “il ministero dovrebbe dare una risposta più concreta” al “problema enorme dell’utilizzo dei cellulari nelle carceri”, aveva detto il magistrato sottolineando che “non sono più piccoli telefonini, ma smartphone. È una delle questioni su cui chiediamo al ministero di intervenire, non credo che i cittadini vogliano le riforme della magistratura, ma interventi sulla criminalità organizzata. Purtroppo il Dap allo stato attuale non ha un punto di riferimento”.

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