La premier lo ha riferito in un video. La notifica anche a Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano dopo la denuncia di Li Gotti.
Roma – “La notizia di oggi è questa il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri, avviso di garanzia inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano presumo a seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Ligotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”. Lo annuncia la premier Giorgia Meloni in un video.
Meloni, dopo aver dato la notizia sul caso che ha scatenato la bagarre politica, ha sottolineato: “Penso che valga oggi quello che valeva ieri, non sono ricattabile non mi faccio intimidire. È possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore, ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando è in gioco la sicurezza della Nazione. A testa alta e senza paura”.
“Adesso su questa vicenda mi aspetto chiarezza, quello che non c’è stato finora. Nel mio esposto ho ipotizzato i reati di favoreggiamento e peculato, ma ora sarà la magistratura a indagare e fare accertamenti”, afferma all’Adnkronos l’avvocato Luigi Li Gotti, che in relazione al caso Almasri ha presentato l’esposto alla procura di Roma che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati della premier Giorgia Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. “L’iscrizione è un atto dovuto per legge, la procura non ha potuto iscrivere contro ignoti perché la denuncia è nominativa, ma è un atto consequenziale, scontato”, aggiunge Li Gotti.
Nei giorni scorsi infatti, Luigi Li Gotti, noto avvocato e sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi dal 2006 al 2008, aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma contro la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, titolare della delega ai servizi segreti, in merito alla liberazione di Osama Almasri, dopo il suo arresto a Torino, chiedendo che sulla vicenda “vengano svolte specifiche indagini”. Favoreggiamento personale e peculato. Sono questi i reati per i quali Li Gotti ha sporto denuncia.
Secondo il parere dell’ex sottosegretario, che é stato anche senatore in quota Italia dei valori, “il reato di favoreggiamento personale viene commesso da chiunque aiuta taluno a eludere le investigazioni
dell’autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti. La norma è stata aggiornata nel 2022 proprio riguardo alle investigazioni della Corte penale internazionale”. Li Gotti, che è stato anche il difensore di Tommaso Buscetta dopo la sua decisione di collaborare con la giustizia, sostiene che “nella vicenda Almasri é stato commesso anche il reato di peculato per l’utilizzo di un aereo di Stato italiano per riportare il comandante libico nel suo Paese”.
Anche l’Anm è andata all’attacco sul caso Almasri: il generale libico, si legge in una nota della giunta esecutiva centrale, “è stato liberato” per “scelta politica” e “per inerzia del ministro della Giustizia che avrebbe potuto e dovuto, per rispetto degli obblighi internazionali, chiederne la custodia cautelare in vista della consegna alla Corte penale internazionale che aveva spiccato, nei suoi confronti, mandato di cattura per crimini contro l’umanità e crimini di guerra”. Così l’Associazione nazionale magistrati aveva replicato alle parole pronunciate sabato dalla premier Giorgia Meloni, secondo cui “il generale libico Almasri è stato liberato, non per scelta del Governo, ma su disposizione della magistratura”.
“Sono solidale con Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano”, ha detto Antonio Tajani, commentando la notizia. “Difendo la separazione dei poteri – ha aggiunto – e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia. Mi sembra una scelta priva di qualsiasi fondamento. È un segnale, un attacco al governo che va respinto totalmente. Forza Italia e io siamo solidali con tutti coloro che hanno ricevuto l’avviso di garanzia. È un modo un po’ bizzarro di tutelare le istituzioni”.
“Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della Giustizia, subito!”, scrive su X il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini. Secondo il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, anche se “la scelta di rimpatriare il criminale libico è una scelta politicamente sbagliata, compiuta da Giorgia Meloni e da questo governo”, dal punto di vista giudiziario “non mi esprimo. Non tocca a me giudicare e sono sinceramente garantista”. Renzi dice però di avere “l’impressione che Giorgia Meloni voglia cavalcare questo avviso di garanzia – che è un atto dovuto – per alimentare il suo naturale vittimismo”.