La denuncia su alcuni contenuti del portale turistico, c’è la possibilità di prenotare appartamenti privi di standard di sicurezza.
Firenze – Non si placa la polemica sugli affitti brevi. Il comitato Salviamo Firenze, che da mesi protesta contro il “turismo selvaggio e la speculazione” nel capoluogo toscano, ha reso noto di aver presentato un esposto alla procura del capoluogo toscano su alcuni contenuti del portale Airbnb: promuove, tra l’altro, “l’utilizzo del self check-in e dunque senza il riconoscimento dell’ospite”. “Vogliamo segnalare fatti per noi rilevanti che abbiamo trovato sul portale Airbnb – ha spiegato Massimo Torelli, portavoce del comitato, nel corso di una conferenza stampa davanti al Palazzo di giustizia -. Questo portale promuove l’utilizzo del self check-in e dunque senza il riconoscimento dell’ospite. Permette di selezionare l’opzione ‘Vuoi prenotare a Firenze’ col self check in”.
Poi, prosegue il comitato, “si possono prenotare appartamenti senza standard di sicurezza, in quanto l’antincendio e il rilevatore di monossido di carbonio sono delle opzioni aggiuntive che il cliente può selezionare o meno. Questo dimostra una scarsa attenzione rispetto ai temi della sicurezza. Nell’esposto abbiamo citato anche l’ultima delibera della giunta comunale rispetto al divieto del self check in”. Tra i presenti alla conferenza stampa anche l’avvocato Urbano Rosa: “Sul portale Airbnb è prevista una procedura specifica per il self check in – ha spiegato -. In questo modo l’ospite accede in tutta autonomia alla struttura senza che venga riconosciuto dall’host come invece è doveroso in seguito all’applicazione dell’articolo 109 del Tulps”.
Nei giorni scorsi dodici associazioni di categoria hanno inviato un documento al Ministero dell’Interno, a seguito della Circolare dal Capo della Polizia Pisani del 18 novembre scorso avente ad oggetto proprio “l’identificazione delle persone ospitate presso strutture ricettive” con la quale si richiedeva in modo specifico, per motivi di sicurezza, il riconoscimento “de visu” dell’inquilino degli alloggi locati per finalità turistiche. A inviare il documento sono state FIAIP, Pro.Loca.Tur, Confassociazioni RE, Property Managers Italia, OspitaMi, Host+Host, Host Italia, Bre-VE, MyGuestFriend, ABBAV, Bisogna &ssere Bravi, Altea.
L’intento delle associazioni firmatarie “è quello di offrire un contributo costruttivo al Ministero affinché, nel rispettare le comuni necessità di pubblica sicurezza, venga definito uno standard identificativo a distanza semplice e sicuro, attraverso le moderne tecnologie a disposizione, che non si traduca in un ulteriore aggravio per i singoli proprietari di appartamenti concessi in locazione turistica o in un ulteriore adempimento per gli agenti immobiliari professionali e/o operatori/gestori di locazioni turistiche che, di fatto, andrebbe a generare ulteriori costi”.