Il presidente di SEED Italia critica duramente il nuovo provvedimento: “La cultura del Made in Italy deve diventare Made in Europa“.
Bruxelles – La Commissione europea ha da poco autorizzato l’immissione in commercio della polvere di larve intere di Tenebrio molitor (larva gialla della farina) trattata con raggi UV, inserendola tra i ‘nuovi alimenti’ (novel food) dell’Ue. Il regolamento sarà ora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea ed entrerà in vigore dopo venti giorni. Nel testo si precisa che nei prossimi cinque anni “solo la società” francese “Nutri’Earth è autorizzata a immettere sul mercato il nuovo alimento”, salvo nel caso in cui un’altra società ottenga l’autorizzazione per tale nuovo alimento o abbia il consenso di Nutri’Earth”.
Contro i “novel food” e gli insetti nel piatto si è spesso espresso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Sulla stessa linea, a difesa del Made in Italy e del cibo sano, anche Carlo Besostri, imprenditore agricolo del settore risicolo della Lomellina, che è anche presidente dell’impresa sociale S.E.E.D. (acronimo che sta per: Semina, Educa, Evolvi, Dona). L’imprenditore risicolo ha creato un modello di agricoltura sana fortemente legata al territorio ed ecosostenibile.
La minaccia dei “cibi spazzatura” voluti dall’Europa è sempre più evidente. Che cosa fare?
“La cultura del cibo sano e del benessere tipici del Made in Italy – afferma Besostri – non ha lo stesso significato in Europa. E’ evidente che occorre fare ogni sforzo necessario per far sì che il Made in Italy diventi Made in Europa. Noi agricoltori italiani abbiamo il compito importante e il dovere di difendere i nostri prodotti e di contrastare l’avanzata di questa minaccia, ma da soli non possiamo farlo. La politica deve essere in prima linea, almeno vietando l’ingresso in Italia di alimenti a base di farine di insetti e larve”.
Quali danni si prospettano per le filiere tradizionali alla luce di queste decisioni che arrivano da Bruxelles?
“Questa decisione permette l’ingresso degli insetti nel nostro regime alimentare – conclude il presidente di Seed-Italia – e oltre che illogica è molto pericolosa. Soprattutto in Italia: il nostro Paese, come del resto altri Stati Europei, ha tradizioni culinarie che rappresentano una storia di tradizione e qualità. Per questo è inaccettabile che decisioni che riguardano la sicurezza alimentare siano prese a cuor leggero. A questo si aggiunge il problema del ‘Fake in Italy’ che è purtroppo diffuso sul nostro territorio e combatterlo è sicuramente necessario. Parlando del riso, che è il mio settore, quello prodotto in Italia segue precise direttive: la produzione è tracciabile e deve rispettare le normative per quanto riguarda la presenza di fitofarmaci, molti dei quali non sono consentiti nell’Unione europea. Molto del riso che proviene invece dall’Oriente, invece, ne è pieno perché le norme di produzione non sono rigide come le nostre”.