Da Cittadinanzattiva 9 priorità per il diritto alla salute delle donne in carcere

Il progetto ‘I Care’ per la prevenzione oncologica delle detenute. Il 4,36 per cento della popolazione carceraria è femmina.

Roma – Nove diritti per promuovere e garantire la salute delle donne detenute all’interno degli istituti penitenziari, in particolare in riferimento alla prevenzione oncologica. A indicarli le ’Raccomandazioni civiche per il diritto alla salute e alla prevenzione oncologica delle donne detenute’, presentate da Cittadinanzattiva nel corso di una iniziativa all’interno del carcere femminile di Roma Rebibbia. Le Raccomandazioni scaturiscono da un percorso di ascolto dei bisogni di salute delle donne, condotto da Cittadinanzattiva con il progetto ’I Care’, che ha visto il coinvolgimento della Asl Rm2, del Garante regionale del Lazio e comunale dei diritti delle persone private della libertà personale e di associazioni impegnate nella tutela di chi vive nei penitenziari.

Su di esse sono chiamati a esprimersi i vertici dell’Amministrazione penitenziaria e le istituzioni sanitarie per ’condividere un impegno congiunto nel garantire il diritto a salute e prevenzione oncologica negli istituti penitenziari femminili’. Su 61861 persone detenute nei penitenziari italiani a fine 2024, 2698 sono donne, ossia il 4,36%. Facendo riferimento alle carceri esclusivamente femminili (Trani, Pozzuoli, Roma Rebibbia, Venezia Giudecca), il numero più alto di donne detenute, 378, si trova proprio nel carcere Stefanini di Rebibbia di Roma: qui il tasso di sovraffollamento è del 138%, superiore a quello generale, già molto elevato e pari al 120%, delle carceri italiane.

“In un momento estremamente critico per la maggior parte delle carceri italiane, nuovamente alle prese con l’emergenza del sovraffollamento, abbiamo voluto accendere un faro sulla condizione della detenzione femminile, del tutto trascurata, promuovendo un percorso pilota che intendiamo proseguire e riproporre in altri istituti penitenziari”, ha dichiarato Laura Liberto, responsabile Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva.

“Al contempo – prosegue – abbiamo inteso avviare un percorso che impegni concretamente le istituzioni coinvolte sul terreno della tutela della salute delle donne detenute, a partire dall’ascolto dei loro bisogni, e che continueremo a presidiare. Ad oggi infatti l’informazione sulle tematiche della salute e, in particolare, sulla prevenzione del carcinoma mammario trovano ancora troppo poco spazio nei servizi rivolti alle donne detenute e spesso si registra una difficoltà di accesso ai servizi essenziali di assistenza. Allo stesso tempo è fondamentale promuovere informazione anche presso gli operatori e le operatrici delle strutture penitenziarie, cosicché possano sostenere le donne in questo percorso”.

L’iniziativa I Care si è sviluppata nel corso del 2024 attraverso laboratori curati da Cittadinanzattiva in collaborazione con la ASL Roma 2 per formare le partecipanti sul carcinoma mammario, sui loro diritti, sull’accesso al SSN e sui servizi essenziali, sugli screening, sui fattori di rischio, sulle misure di prevenzione (alimentazione e stili di vita sani e corretti) e sulle tecniche di auto-palpazione e di auto-monitoraggio. Inoltre, si sono svolti alcuni laboratori creativi realizzati in collaborazione con l’Associazione M.A.S.C. finalizzati a far emergere i bisogni di salute delle donne coinvolte. Questa azione ha portato alla realizzazione del video spot #laprevenzioneliberatutte, lanciato in occasione della Giornata internazionale contro il cancro al seno.

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