La ministra del Turismo il giorno dopo il rinvio a giudizio a Milano afferma che non farà alcun passo indietro di sua personale iniziativa.
Roma – Il giorno dopo il rinvio a giudizio per false comunicazioni sociali da amministratrice della sua ex impresa Visibilia, la ministra Fdi del Turismo Daniela Santanchè esclude dimissioni dal Governo di sua iniziativa. “Se il mio presidente del Consiglio dovesse chiedermi un passo indietro lo farò. Finora non l’ho sentita: non mi ha chiamata, immagino che abbia tante cose importanti da fare”. Se invece la premier non chiederà le sue dimissioni la ministra dichiara voler restare al Governo, pronta a resistere alla mozione di sfiducia parlamentare delle opposizioni che l’hanno promessa in assenza di sue dimissioni. “La facessero pure – dice in un colloquio con il Corriere della Sera – sono già andata in aula due volte…”.
“Sono tranquilla, tranquillissima. Me lo aspettavo. Continuo a lavorare: a fare le cose che devo fare. Stiamo parlando del niente. Su questo reato qua – prosegue Santanché – sono molto serena. Poi è chiaro che io sono una donna di partito: non faccio le cose a dispetto dei santi. Aspetto le valutazioni. La ministra sottolinea poi che al contrario, “il governo si è compattato: sono usciti in mia difesa Salvini, Tajani, tutta la Lega, Forza Italia, Noi Moderati. E persino Renzi che di solito ce ne fa di tutti i colori”. E Fdi che è il suo partito? “Sono tranquilla, conosco la vicenda nel merito e so che non mi porterà a una condanna. È un processo da imprenditrice, non ha rilevanza politica…”, risponde.
A giudizio della ministra del Turismo infatti le false comunicazioni sociali a lei contestate nel rinvio a giudizio rappresentano “un reato che in tanti Paesi nemmeno c’è” e in ogni caso “mai mi è stata fatta un’accusa sulle mie funzioni di ministro. Sono rimasta fedele al giuramento: ho sempre agito con disciplina e onore. Grazie a Dio non ho nessuna condanna, non c’è nessun fallimento, nessuna bancarotta”. La Visibilia srl da lei fondata “non è fallita – argomenta a propria difesa Santanchè – è sul mercato e un imprenditore interpellato direbbe che questa roba non esiste: un reato valutativo, una questione molto tecnica e tutta basata su perizie per la quale ero già stata archiviata nel 2018”.
Intanto Giorgia Meloni vola a Washington per assistere all’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, e la decisione sul caso Santanché non sarebbe la prima urgenza. Secondo La Stampa se si arrivasse alla situazione delle dimissioni sarebbe già pronto il nome del suo sostituto. Ovvero il deputato FdI Gianluca Caramanna. Consulente del ministero del Turismo, sarebbe pronto a prendere il posto della ministra. E avrebbe la benedizione della premier. Le opposizioni con l’eccezione di Italia viva chiedono le dimissioni immediate e scrutano il governo per capire cosa accade. I Cinque Stelle minacciano una seconda mozione di sfiducia. E anche il Pd ci pensa. Ma questa volta non si devono commettere errori, come avvenne nell’aprile del 2024, quando la Camera respinse le dimissioni con 213 no e 121 sì.