La denuncia delle ambientaliste di ‘Extinction Rebellion’. Il ministro precisa: “Pratica di perquisizione consentita e anche prescritta”.
Roma – Attiviste di varie associazioni “costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti in Questura a Brescia”. Era la denuncia del gruppo ambientalista ‘Extinction Rebellion’ su quanto sarebbe accaduto dopo la manifestazione del 13 gennaio alla fabbrica Leonardo. “Dopo oltre sette ore di fermo in Questura, sono state rilasciate le 23 persone di ‘Extinction Rebellion’, ‘Palestina Libera’ e ‘Ultima Generazione’ che erano state fermate dopo la manifestazione alla Leonardo spa di Brescia – si legge sulla pagina social dell’associazione -. Apprendiamo con dolore che molte delle persone socialmente identificate come donne sono state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato invece alle persone di sesso maschile. Tutte le persone sono state denunciate arbitrariamente per reati pretestuosi e altre espulse da Brescia con dei fogli di via obbligatori”.
Ma il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sul caso dei presunti abusi in questura a Brescia denunciati da alcune manifestanti, precisa che le perquisizioni sono state svolte “in piena regolarità: mi dispiace comunque se qualcuno si è sentito offeso”. Il titolare del Viminale a “Dritto e rovescio” su Rete 4, ha raccontato di aver “condiviso con il capo della polizia il pensiero che noi dobbiamo rafforzare l’indicazione agli operatori che queste pratiche, che hanno una loro sensibilità, siano caratterizzate da una proporzionalità e adeguatezza agli scenari che si presentano”. Piantedosi ha chiesto una relazione che gli è stata fornita.
“Premetto che al di là di come è stata rappresentata e l’impressione che può fare, anche quella è una pratica operativa che in determinate circostanze è consentita e anche prescritta. Caso ha voluto – ha spiegato il ministro – che in contemporanea giungesse notizia di un’assoluzione di un analogo caso che era successo qualche mese prima a Bologna, dove un’attivista aveva denunziato di essere stata sottoposta a quella pratica, che non è altro che una variante delle pratiche di perquisizione. Peraltro, hanno la caratteristica che siano in qualche modo indotte a fare le persone, senza che questo comporti la perquisizione personale e vengono fatte poi in una condizione di parità di genere, quindi da personale femminile”.
E ancora, ha concluso Piantedosi: “Tutto parte dal fatto che se uno si sottomette, si presta insomma in qualche modo alle operazioni che vengono richieste da parte delle forze di polizia non fa sì che poi ci siano delle perquisizioni forzate espletate in qualsiasi dei modi in cui queste vengono in qualche modo svolte”, ribadendo che “però mi dispiace che questa abbia in qualche modo leso la sensibilità di qualcuno, non era questa l’intenzione degli operatori”. Su quanto denunciato dalle attiviste il 13 gennaio la Questura di Brescia parla di “Ricostruzioni infondate”.
La replica in una nota: “procedure rispettate” e “dignità delle persone sempre tutelata”. Personale della Questura di Brescia, ricostruisce una nota, è “intervenuto, alle ore 8.30 circa, presso la sede della Leonardo Defence S.p.A. in quanto, militanti del sodalizio Extinction Rebellion avevano improvvisato un’iniziativa nei pressi dell’ingresso dello stabilimento produttivo in parola. In particolare, “22 esponenti del sodalizio, dopo aver oltrepassato le barre veicolari poste come limite della proprietà all’esterno del sito, davano corso a un presidio, taluni formando una catena umana e incatenandosi tra loro allo scopo di bloccare i camion in entrata e in uscita dalla fabbrica, altri imbrattando con scritte le mura dell’azienda, mentre una militante si era arrampicata con imbracature tecniche su un pennone portabandiera in acciaio I predetti sono stati liberati dalle catene grazie all’ausilio dei vigili del fuoco intervenuti per quanto di specifica competenza. Al fine di salvaguardare l’incolumità e la sicurezza dei soggetti incatenati, il personale operante richiedeva l’intervento dei vigili del fuoco e del 118″.
“Tenuto conto delle ripetute condotte illecite poste in essere, che minavano costantemente l’ordine e la sicurezza pubblica della zona prospicente al citato stabilimento e al fine di ripristinare la viabilità cittadina e il regolare svolgimento delle azioni produttive dello stesso – continua la questura – 22 manifestanti sono stati accompagnati in questura per gli adempimenti di polizia, consistiti nella redazione di numerosi atti quali: elezione di domicilio, verbali di perquisizioni personali, verbali di sequestro materiale, nomina di difensore, notifica dei provvedimenti amministrativi. Si è proceduto alle perquisizioni personali tenuto conto delle azioni poste in essere dai manifestanti e per salvaguardare l’incolumita’ degli operatori di Polizia”.
“Nel corso delle singole perquisizioni – precisa la nota – svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le corrette procedure operative. Ai soggetti è stata consentita la consumazione del pasto e ai vari interlocutori, tra cui un avvocato e un consigliere comunale, richiedenti notizie sulla situazione dei manifestanti, in modo trasparente ed esaustivo sono state fornite notizie. Atteso il numero dei manifestanti presenti in questura nonché l’atteggiamento poco collaborativo degli stessi la stesura degli atti si è conclusa alle 18,30 circa. L’Autorità giudiziaria è stata costantemente informata dell’attività di polizia posta in essere. Dunque è sempre stata tutelata la dignità delle persone e le procedure sono state rispettate”.