Il cadavere era in acqua da giorni e non mostra evidenti segni di violenza. Tra le ipotesi al vaglio dei carabinieri, quella che possa essere di una 63enne scomparsa a Prima Porta.
Roma – Nel pomeriggio di ieri, i tecnici Enel intervenuti presso una cabina sul greto del Tevere, nei pressi della diga di Castel Giubileo, hanno fatto una macabra scoperta. In acqua, ormai da parecchi giorni, giaceva il corpo di una donna di mezza età. Immediatamente, i tecnici hanno allertato i carabinieri, ora impegnati nelle indagini condotte dalla compagnia Cassia e dalla stazione Prima Porta.
Le prime ispezioni sul cadavere non hanno evidenziato segni di violenza, ma la vicenda resta avvolta nel mistero. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori, quella che il corpo possa appartenere a una donna di 63 anni, scomparsa il 10 gennaio scorso dalla sua abitazione a Prima Porta, situata a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento. Quel giorno, i conoscenti della donna avevano sporto denuncia ai carabinieri per segnalarne la scomparsa.
Sebbene gli indizi possano suggerire un gesto volontario, le autorità non escludono altre piste e attendono l’esito dell’autopsia per determinare con certezza le cause del decesso e identificare ufficialmente la vittima.