“Voi potete fare le cose sporche, siete cugini”: dalle indagini e dalle testimonianze degli studenti di Castellammare emerge un quadro sconcertante di profferte, abusi, violenze e minacce. Il preferito della prof era un dodicenne: “Voleva stare con lui e fare cose con lui”.
Napoli – “L’ho fatta allontanare perché non volevo”. Così uno dei ragazzini di Castellammare di Stabia avrebbe cercato di sottrarsi agli abusi da parte della loro insegnante di sostegno, ieri finita in manette con l’accusa di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne ai danni di sei studenti, tutti minori di 14 anni.
A raccontare i dettagli degli approcci, racconta il Corriere della Sera, sono stati loro stessi, prima ai genitori e poi alla psicologa in Procura. Emerge così tutto l’orrore di una vicenda che si è consumata proprio laddove cose del genere non dovrebbero mai accadere, in una scuola. Precisamente, la scuola media “Catello Salvati” di Castellammare di Stabia, nel napoletano. Invece l’incubo c’è stato, eccome.
I genitori avevano già denunciato, nell’autunno scorso, il sospetto di abusi commessi dall’insegnante di sostegno su un gruppo di alunni con disabilità. Avevano richiesto chiarimenti, ma non erano stati ascoltati. Quindi la mattina di giovedì 14 novembre un trentina di parenti inferociti si era presentata a scuola, nella frazione di Scanzano, e aveva fatto irruzione nell’istituto per aggredire l’insegnante, salvata a stento dal linciaggio per l’intervento dei carabinieri. Anche dopo questo episodio violento, che aveva suscitato un vespaio di polemiche, alcune madri avevano continuato a ribadire le accuse, sostenendo di avere prove in chat e audio riguardo ai presunti comportamenti inadeguati nei confronti di alcuni studenti.
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha disposto un’ispezione per approfondire i fatti. Quindi è scattata un’inchiesta.
Ieri la svolta nelle indagini svolte dalla Procura, e che hanno visto il clamoroso arresto della docente. Analizzando il cellulare della donna e confrontando le testimonianze dei sei studenti, carabinieri e magistrati sono riusciti a ricostruire ciò che era avvenuto a partire dal mese di ottobre 2023 in tutti i suoi sconcertanti particolari.
E’ emerso che l’insegnante avrebbe portato gli alunni in un’aula della scuola, da lei ribattezzata “La Saletta”, per fare – come diceva nella chat di gruppo aperta sui social – “le cose porno”. Qui avrebbe mostrato ai ragazzini materiali spinti, spingendo alcuni di loro a scambiarsi effusioni di natura sessuale.
Tra tutti uno degli studenti, un dodicenne, era il suo preferito. Secondo la cugina del ragazzino, anche lei nel gruppo, l’insegnante “era particolarmente interessata. Voleva stare con lui e fare cose con lui”, ha riferito agli inquirenti. Una volta li avrebbe invitati ad approcci intimi: “Voi potete fare le cose sporche, siete cugini”, avrebbe detto. Un’altra volta sarebbe addirittura andata oltre, tentando di avere con il ragazzino un rapporto sessuale. Lui però riesce a ribellarsi: “Mi sentivo immobilizzato, non sapevo cosa fare. Ma poi l’ho fatta allontanare perché non volevo”, si legge nel verbale. Per tutta risposta l’insegnante gli rivolge parole sprezzanti: “Possibilmente non fare cicciobello, padre Pio. Fai la persona seria, che quest’anno mi sembri un addormuto (addormentato, ndr), non lo so che ti è successo. L’anno scorso eri bello sveglio e quest’anno mi sembri un addormentato con il biberon”.
Ad un certo punto anche gli altri ragazzi cominciano ad essere insofferenti e a voler evitare di andarci, nella “Saletta”. Allora l’insegnate inizia a minacciarli, dicendo che li avrebbe fatto bocciare. Volano insulti omofobi, parole brutte e intimidazioni per evitare che le vittime, a casa, parlino. “Gesù, vi posso dire una cosa seria? State accis (uccisi, ndr). Sembrate tutti degli scemi, ho degli alunni stupidi”.
Finché il ragazzino “preferito” non ce la fa più. La cugina lo prega di denunciare: “Ti prego fallo per me. Dillo a tua mamma, non avere vergogna, diglielo che ti ha toccato”. Alla fine si convince e racconta tutto, sollevando il velo degli abusi e permettendo alla turpe verità di venire a galla. Ora la prof si trova in carcere.