Il presidente Gonnella: “Situazione drammatica, Meloni visiti con noi almeno uno degli istituti per verificare di persona le condizioni”.
Roma – L’emergenza carceri è stato tra i temi toccati da Giorgia Meloni durante la conferenza stampa annuale: No all’amnistia, il problema del sovraffollamento carcerario si risolve “aumentando la capienza” degli istituti di pena, ha detto la presidente del Consiglio rispondendo in conferenza stampa ad una domanda sulle condizioni carcerarie in Italia e sull’invito all’amnistia di papa Francesco. E ha puntato il discorso sull’edilizia penitenziaria. Ma Patrizio Gonnella, presidente di Antigone ha un punto di vista diverso.
“Se anche nei prossimi 3 anni il governo riuscisse a dotare la capienza delle carceri di 7.000 nuovi posti, come dichiarato dalla Presidente Meloni, avremo comunque, ad oggi, almeno altre 8.000 persone detenute senza un posto regolamentare. A questo si deve aggiungere che le persone detenute sono aumentate di oltre 2.000 unità nell’ultimo anno e di oltre 5.000 unità dal 2022″, afferma Gonnella a fronte delle dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nella conferenza stampa di inizio anno ha sottolineato come nelle scorse settimane “abbiamo nominato un commissario straordinario all’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7.000 nuovi posti in tre anni a partire dal 2025″.
Se il “tasso di crescita fosse questo anche nei prossimi tre anni (cosa tutt’altro che impossibile a fronte delle attuali politiche penali) è prevedibile – dice Gonnella – che i 7.000 nuovi posti andranno ad assorbire i nuovi ingressi, lasciando dunque il sistema penitenziario in una condizione di affollamento cronico e drammatico come quello che si registra oggi, con circa 15.000 persone in più rispetto alla capacità del sistema stesso”. “Peraltro – prosegue il presidente di Antigone – un carcere non è solo mura e sbarre, ma è fatto innanzitutto di persone. Ad oggi tutte le figure professionali sono in forte sotto-organico. Gli stessi sindacati di polizia penitenziaria lamentano l’assenza di oltre 15.000 agenti“.
Nelle visite effettuate da Antigone “con il proprio osservatorio, – prosegue Gonnella – in molte carceri manca la copertura medica per la maggior parte della giornata. Il numero di psicologi e psichiatri è irrisorio rispetto alle necessità. Nonostante le recenti assunzioni di direttori, in molte carceri questa figura manca, così come mancano anche gli educatori, gli assistenti sociali e i mediatori culturali. Quello che vorremmo sapere è dove si troveranno le coperture finanziarie per garantire la disponibilità di personale con ulteriori nuove strutture da presidiare?”. “L’alternativa, dunque, non può che passare da iniziative legislative e atti di clemenza. Basti ricordare che l’Italia è tra i paesi europei con il più alto numero di persone detenute per reati legati agli stupefacenti (con una media detentiva ben superiore a quella dell’Unione Europea); con un tasso molto alto di custodia cautelare (anche in questo caso superiore alla media UE)”.
Gonnella afferma che “si potrebbe iniziare ad intervenire su questi temi per diminuire la pressione sulle carceri e garantire che queste siano nella piena legalità, cosa che ad oggi non avviene, nonché sull’offrire attività fondamentali per il reinserimento sociale, come quelle lavorative, che oggi vedono impegnata una parte minima della popolazione detenuta, incidendo così sulla riduzione della recidiva che, in Italia, si aggira attorno al 70%”.”Lo scorso 30 dicembre il Ministero della Giustizia, che ringraziamo ancora una volta, ha rinnovato per il ventiseiesimo anno di fila le autorizzazioni del nostro osservatorio sulle condizioni di detenzione. Invitiamo – conclude Patrizio Gonnella – la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a organizzare insieme a noi una visita in almeno uno degli istituti per verificare di persona la condizione delle carceri italiane”.