Caso Alemanno, i Radicali: “Misura spropositata”. Rizzo: “Accanimento per no a guerra”

L’arresto dell’ex sindaco di Roma arriva a sorpresa, e c’è già chi manifesta la propria solidarietà e parla di giustizia a orologeria.

Roma – La notizia dell’arresto di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma ed ex ministro per violazione delle prescrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza di Roma irrompe il primo giorno del 2025 sulla scena politica. Le reazioni sono di sorpresa, ma c’è chi prende subito le sue difese. “Anche volendo è impossibile non vedere spropositata la misura del carcere inflitta a Gianni Alemanno, guarda caso nella notte del 31 dicembre. È necessario che i parlamentari della Repubblica intervengano con urgenza per riformare una giustizia che produce solo ingiustizia e che fa sempre più paura ai cittadini”, affermano Maurizio Turco e
Irene Testa segretario e tesoriere del Partito Radicale.

“Occorre adottare, per quanto istituzionalmente di loro competenza, tutte le misure necessarie volte a disinnescare la bomba ad orologeria che apprendisti artificieri della ‘certezza della pena’ hanno da tempo dolosamente innescato”, affermano i Radicali. Interviene su X anche Marco Rizzo, leader di ‘Democrazia Sovrana e Popolare’: “Capodanno, h 20, arrestato Alemanno. Revocata libertà condizionale ottenuta dopo una condanna che finiva tra 4 mesi. Mancato rispetto spostamenti e orari. In Italia – afferma Rizzo – si può uccidere un carabiniere e andare ai domiciliari. Per lui accanimento per posizioni no guerra? Solidarietà”.

Gianni Alemanno

“Dolore” per quanto accaduto è stato espresso anche dal vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi: “Ho fatto l’assessore con Gianni Alemanno e per me rimane una persona perbene. Provo dolore per quanto gli è accaduto e spero che possa presto chiudere questa vicenda. Gli sono umanamente vicino anche se non ho elementi per giudicare. Ma ritengo importante manifestare agli amici la propria solidarietà nei momenti difficili. Ed è una vicinanza del tutto personale che non ha alcun significato politico”.

Ma dopo qualche ora arriva il commento più significativo. Quello di Massimo Arlechino, presidente del movimento ‘Indipendenza!’, di cui Alemanno è segretario nazionale. “Non possiamo ignorare le tempistiche e le modalità di un provvedimento che lascia perplessi. Sorge il dubbio – afferma – di un mancato rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità nel disporre tout court la sospensione della misura alternativa e l’allocazione in carcere, senza un’ammonizione preventiva e una diffida al rispetto della misura o, tutt’al più l’applicazione della detenzione domiciliare, in attesa del pronunciamento in esito allo svolgimento della Camera di Consiglio del tribunale di Sorveglianza. In un Paese dove spacciatori, rapinatori e criminali di ogni genere spesso godono di misure più leggere come l’obbligo di firma o i domiciliari, si decide di far trascorrere l’ultimo dell’anno in carcere a una persona che non rappresenta certo un pericolo sociale, non è a rischio di fuga o di reiterazione del reato”.

Questo “avviene a pochi mesi dalla conclusione della sua pena, originata da reati che, è bene sottolinearlo, sono stati in gran parte depenalizzati”, aggiunge. “Tuttavia, non possiamo non vedere in questo caso un segnale più ampio: quello di una Nazione in cui la libertà è sempre più negata e le voci fuori dal coro
sistematicamente represse. Gianni Alemanno, con il coraggio che lo ha sempre distinto, con il movimento ‘Indipendenza!’, ha sempre sostenuto posizioni contro il mainstream su temi cruciali come la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, l’uscita dell’Italia dalla Ue e la denuncia delle storture di un
liberismo ormai al tramonto. Questi temi lo rendono indubbiamente una figura politica scomoda, ancor più perché rappresentano un faro per chi crede in un’alternativa a un sistema in declino”.

“La sua opposizione alle guerre, al nichilismo di questa fase storica e alla perdita di sovranità nazionale, unita alla sua visione di una società più giusta e libera, lo hanno sempre portato a lottare con coraggio e senza compromessi – conclude – non ci fermeremo. Saremo al suo fianco, oggi come ieri, con orgoglio e determinazione”.

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