Ad Arezzo è stata nominata per la prima volta una Garante dei diritti dei detenuti ma anche degli agenti di polizia penitenziaria.
Firenze – La Regione Toscana ha varato il nuovo piano sulla prevenzione del rischio di suicidio in carcere. Lo ha fatto con un lavoro di squadra che ha coinvolto, attraverso l’Osservatorio regionale sulla sanità penitenziaria, il Provveditorato che si occupa dell’amministrazione degli istituti penitenziari per adulti, il Centro di giustizia competente per gli istituti per minori, le aziende sanitarie toscane, l’Agenzia regionale di sanità, il Centro regionale di riferimento per le criticità relazionali e il Centro regionale per la gestione del rischio clinico. “Un’alleanza importante tra mondo penitenziario e mondo sanitario”, sottolineano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore regionale al Diritto alla salute Simone Bezzini.
“Da sola, però – aggiungono -, la prevenzione non basta. Serve una svolta culturale e politica, oltre che normativa”. Per il 2024 la Giunta regionale toscana aveva già proceduto al rinnovo del progetto di supporto psicologico rivolto ai detenuti: una misura a tutela anche questa della salute delle persone.È stato inoltre rinnovato il progetto per promuovere e mantenere il benessere psicofisico del personale in carcere, una misura che contribuisce a garantire una maggiore sicurezza e qualità dell’assistenza dei detenuti. Gli indirizzi sul nuovo piano contro il rischio suicidi dovranno adesso tradursi nell’aggiornamento dei piani locali di ogni singolo istituto, compito che spetta alle Asl in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria.
“Non ci si può limitare a realizzare ulteriori spazi di detenzione – afferma Giani -.Le carceri devono essere luoghi di rieducazione e del riscatto dopo aver scontato la pena”. Secondo Bezzini, “è preoccupante il graduale peggioramento della qualità della vita dei detenuti, ma anche del personale impiegato” e “con questo progetto confermiamo la nostra attenzione alla dignità della persona e la volontà di mettere i detenuti nella condizione di godere dei propri diritti fondamentali e prevenire il fenomeno dei suicidi in carcere che, negli ultimi anni purtroppo, ha conosciuto un drammatico aumento”.
Proprio in Toscana, a Arezzo Sandra Rogialli è stata appena nominata garante comunale dei detenuti e degli agenti. Il sindaco Alessandro Ghinelli ha fatto notare: “Siamo i primi in Italia”, parlando dell’iniziativa del Comune toscano che ha istituito una nuova figura di garanzia per i diritti degli operatori del sistema penitenziario e delle persone private della libertà personale, il garante dei detenuti. Come stabilito dal regolamento, tra i vari compiti, il garante opererà a titolo gratuito per migliorare le condizioni di vita degli agenti di Polizia penitenziaria e di tutto il personale che a vario titolo presta la propria attività all’interno delle carceri, e per l’inserimento sociale delle persone private della libertà personale al fine di promuovere il benessere degli operatori del sistema penitenziario e prevenire il fenomeno del burnout.