Anm: “Immediata mobilitazione contro la riforma della giustizia”, toghe a raccolta

Sono stati circa 700 i magistrati presenti all’assemblea straordinaria indetta dall’Associazione nazionale dei magistrati.

Roma – Riforma della giustizia e separazione delle carrire. Lo scontro dura da mesi ma oggi quel braccio di ferro tra magistrati e governo raggiunge il punto di non ritorno. L’Assemblea generale dell’Anm “delibera di avviare immediatamente una mobilitazione culturale e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli di questa riforma, che, sia a livello centrale che locale, si articoleranno in diverse iniziative”. E’ quanto si legge nella mozione approvata dall’assemblea straordinaria del sindacato delle toghe. Tra le iniziative “l’immediata istituzione di un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università, alla società civile, indipendente da ogni ingerenza politica, anche in vista di una possibile consultazione referendaria, per far conoscere alla cittadinanza i pericoli derivanti dalla riforma” e “l’organizzazione di almeno una manifestazione nazionale da svolgersi in un luogo istituzionale significativo subito dopo l’eventuale approvazione in prima lettura della proposta di riforma”.

L’Associazione nazionale magistrati esprime un giudizio fortemente negativo sulla riforma costituzionale
dell’ordinamento giudiziario che non è una riforma della giustizia, che non sarà né più veloce né più giusta, ma una riforma della magistratura che produrrà solo effetti negativi per i cittadini. Da questa riforma emerge un disegno di indebolimento delle garanzie e dei diritti dei cittadini. La separazione delle carriere non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero, mortificandone la funzione di garanzia e abbandonandolo ad una logica securitaria, nonché ponendo le premesse per il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo. In definitiva, è una riforma che, stravolgendo l’attuale assetto costituzionale e l’equilibrio tra i poteri dello Stato, sottrae spazi di indipendenza alla magistratura, riducendo le garanzie e i diritti di libertà per i cittadini. E’ quanto emerge dalla mozione finale dell’Assemblea generale dell’Anm.

Prevista l’organizzazione di almeno una manifestazione nazionale da svolgersi in un luogo istituzionale significativo subito dopo l’eventuale approvazione in prima lettura della proposta di riforma; lo svolgimento di iniziative comuni su tutto il territorio nazionale coinvolgendo istituzioni locali, avvocatura, scuole, università, esponenti della società civile; una forma di protesta e di sensibilizzazione da organizzare in
occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025; la creazione di luoghi di confronto e sinergia con le altre magistrature; il rafforzamento di una strategia comunicativa innovativa ed efficace anche mediante il supporto di esperti della comunicazione; il coinvolgimento delle istituzioni europee preposte al monitoraggio dell’indipendenza e imparzialità della magistratura, anche per attivare eventuali procedure di infrazione. Infine, l’indizione, in relazione all’iter parlamentare di discussione del DDL di riforma costituzionale, di una o più giornate di sciopero per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma.

A quanto si apprende sono stati circa 700 i magistrati presenti all’assemblea straordinaria indetta dall’Associazione nazionale dei magistrati sul tema ‘Riforme e assetto costituzionale della magistratura’ e in corso nell’aula magna ella Cassazione a Roma. Circa duemila le deleghe. Moltissimi i giovani magistrati che hanno preso parte all’iniziativa. Lo stesso presidente dell’Associazione, Giuseppe Santalucia, aveva
fatto riferimento stamattina, nel suo intervento, ai nuovi iscritti: “Sono molti, e lo dico con grande soddisfazione, i neo-magistrati che si sono iscritti alla nostra associazione a distanza soltanto di qualche settimana dal giorno in cui hanno prestato il giuramento di assunzione – aveva detto Santalucia – Trovo in questa scelta dei nuovi colleghi, a ciascuno dei quali rivolgo un caloroso benvenuto, una indicazione preziosa. Non è un caso che protagonisti di questa confortante e inaspettata, almeno per i tempi, decisione siano i più giovani, coloro che non portano il peso del disincanto e delle frustrazioni indotte dalle continue spinte di infelici riforme di ordinamento giudiziario ad una insulsa burocratizzazione della funzione”.

All’indomani dell’apertura della discussione alla Camera sulla separazione delle carriere, era intervienuto ancora una volta il presidente dell’Anm Santalucia. “Ne parleremo diffusamente in assemblea straordinaria, noi lo abbiamo già detto: è una riforma sbagliata – aveva affermato – perché non intercetta per nulla i veri problemi della giustizia; si occupa della giustizia nelle sue relazioni di potere con gli altri poteri dello Stato, e, stando alle dichiarazioni dei proponenti, è una sorta di rivincita della politica sul giudiziario a chiusura della stagione di Mani Pulite della quale ancora purtroppo patiamo gli strascichi”.

All’Adnkronos il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, a margine di un’audizione, aveva sottolineato: “è una riforma molto affrettata: se si guarda quel testo con la lente del tecnico, ci sono più lacune di quante sono le normazioni che possono essere autosufficienti. E’ un testo che sarà assai difficile da tradurre in legislazione ordinaria – continua – La fretta ci dà la prova che si tratta più che altro di porre una bandiera, di dire ‘abbiamo finalmente riformato la giustizia’, ma la giustizia non sarà per nulla riformata, sanno riformati i giudici”. “Non c’è un intento punitivo nei confronti dei magistrati, ma c’è un intento punitivo nei confronti della magistratura come istituzione e ciò si ridonderà a svantaggio della collettività intera”, aveva concluso Santalucia rispondendo a chi affermava che la riforma non ha intenti punitivi. Proprio delle riforme l’Anm discuterà domenica nel corso di un’assemblea generale straordinaria.

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