Cellulari e coltelli a serramanico in cella a Matera: Sappe sollecita provvedimenti

Il segretario Capece parla della realtà del carcere lucano e dei sacrifici degli agenti travolti dall’emergenza e carenza di organico.

Matera – Operazione di servizio della Polizia Penitenziaria, che sequestra sette smartphone, due coltelli a serramanico e una lama lunga circa 11 centimetri, tutti accuratamente occultati nelle celle del carcere lucano occupate da molteplici detenuti di nazionalità italiana. A raccontarlo è il segretario del Sappe Donato Capece che “esprime piena soddisfazione per l’operazione, nonostante il personale in servizio presso il penitenziario sia sotto organico”. La carenza di agenti non ha sacrificato i risultati dell’attività di intelligence. Capece sottolinea che è “oramai continua l’azione di contrasto per l’introduzione, la detenzione e l’uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne della Polizia penitenziaria”.

“Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, – prosegue il segretario del Sappe – perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade dopo, negli anni a seguire, è oscuro e non subirà la stessa sorte, non comparirà sulle pagine dei giornali né in televisione, non farà notizia”, evidenzia ancora. “Per questo”, rimarca, “è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Matera ma anche per tutte le altre strutture detentive lucane. Il Corpo di Polizia Penitenziaria, a Matera e in tutta la Regione, ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”, conclude.

Il ritrovamento di telefonini e droga dietro le sbarre è sempre più frequente. Si moltiplicano, da un capo all’altro d’Italia, i casi di cellulari e stupefacenti nelle celle. Un “market” davvero fiorentee in ascesa: lo scenario nazionale è spaventoso. Nel 2023 fonti Dap hanno svelato che sono stati sequestrati in totale 3606 telefonini nei penitenziari da Nord a Sud. E a Siracusa 36 cellulari in un solo colpo danno la misura del fenomeno.

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